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Afghanistan, la madre del soldato italiano morto attacca il M5s: "Ritiro delle truppe? Umiliate mio figlio"

Cristina Agostini
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"Come ogni mattina vado a trovare la tomba di mio figlio e, accendendo la radio, ascolto al telegiornale: Nell'arco dell'anno saranno ritirati i militari italiani dalla missione in Afghanistan. Mi trovo proprio davanti a un corpo senza vita". Inizia così la lettera di Anna Rita Lo Mastro, mamma di David Tobini, parà della folgore morto in Afghanistan il 25 luglio 2011 a Il Giornale: "Approfondisco e apprendo che si tratta di una valutazione richiesta dal ministro della Difesa", "leggo altri titoli di giornali: L'Afghanistan vede la pace. La vorrei vedere questa pace, nel cui nome è morto anche mio figlio, insieme ad altri 53 soldati italiani". Leggi anche: "Addio Afghanistan"? Rovinosa rottura al governo Perché la pace non c'è. Solo "il 21 gennaio", ricorda la mamma del soldato italiano ucciso, "un commando di uomini armati ha preso d'assalto il compound del viceministro per i disabili e i martiri a Kabul, un veicolo imbottito di esplosivo è saltato in aria nelle vicinanze del cancello di ingresso". Quindi la lezione al governo, in particolare ai Cinque stelle che hanno sempre sostenuto il ritiro delle nostre truppe dall'Afghanistan: "Bisogna ricordare alle istituzioni che ai morti non si manca di rispetto, soprattutto i Loro morti, caduti per loro volere". "Cari signori", continua, "il sangue dei nostri figli non è scorso invano", "noi siamo vivi e la vostra vergogna rimane come un'eco nelle nostre orecchie. Rispettate il rosso di quella bandiera, perché quel rosso è il sangue di chi per voi lo ha fatto scorrere sulla sabbia di quel Paese, tutt'ora in guerra". E conclude: "Siamo stanchi e non faremo umiliare i nostri figli da istituzioni ingrate. Se poi davvero come dite in Afghanistan è scoppiata la pace, come ci auguriamo per quella terra, allora ditelo a chiare lettere. Così i nostri figli non sono morti invano. E noi saremo liberi di andare in Afghanistan e portare quel fiore lì dove i nostri figli se ne sono andati".

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