Cesare Battisti, la disperata richiesta al direttore del carcere: "Posso tenerla?"
Dopo 37 anni di latitanza e impunità, per Cesare Battisti si sono spalancate le porte del carcere di Oristano: il terrorista dei Pac dovrà scontare due ergastoli. Una volta arrivato in cella, parlando col direttore della struttura, ha in qualche misura (comunque inaccettabile) ammesso la sua colpevolezza: "Vede direttore - avrebbe affermato -, io non mi dichiaro innocente, non rinnego affatto il mio passato, ma non mi accollo neppure tutto quello di cui mi accusano. Non mi sento l'infame, la belva che descrivono. Sono stato condannato in contumacia, senza che mi potessi difendere. Questo ha un peso". Scorda però di dire che non ha potuto difendersi perché è fuggito dall'Italia, dunque dalla giustizia. Leggi anche: "Non è colpa di Salvini": Cesare Battisti, un impensabile Padellaro Ma non solo. Dal penitenziario di Oristano sono filtrate anche indiscrezioni su Battisti. In particolare su quella che sarebbe stata una delle poche richieste avanzate dall'assassino. Con sé, Battisti, aveva la fotografia di uno dei suoi figli, che è stata trovata nel corso della prima perquisizione dopo la cattura. "Posso tenerla?", ha chiesto Battisti. La prassi non lo consentirebbe, ma si apprende che la foto è stata presa in consegna dalla polizia penitenziaria insieme ai pochi effetti personali e sarà tenuta da parte. Ora Battisti si trova in cella da solo, in regime di alta sicurezza e sotto stretta sorveglianza, anche per evitare che commetta atti di autolesionismo o tenti il suicidio. In cella ha una tv e l'occorrente per scrivere e ha diritto a quattro ore d'aria al giorno. Per sei mesi sarà in isolamento diurno.