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La baby-prostituta dei Parioli: "Ero obbligata da mia madre"

Prostituzione minorile

Vendute a 14 anni, una di loro crolla: accuse alla mamma e all'amica: "Mi ha trascinata in questo vortice di sesso". Tutti i particolari del caso"

Eleonora Tesconi
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Studentesse di giorno, prostitute di sera. Si procacciavano i clienti con annunci privati, venivano spacciate per maggiorenni, e poi tenevano per sé una percentuale degli incassi. Eccolo, "il giorno dopo" inquietante delle due baby squillo dei Parioli. La prima a crollare, dopo un lungo ed estenuante interrogatorio, è la quattordicenne Emanuela, che dopo quattro ore di resistenza cede il passo all'angoscia e grida: non ce la faccio più, puntando il dito contro la madre, che traeva profitto da quel suo corpo giovane e mercificato. "Mi prostituivo perché obbligata da mia madre - spiega -. Io sognavo di tornare a scuola". Poi punta il dito anche contro l'amichetta del cuore, compagna di giorno, "collega di sera". Lei, che l'aveva trascinata con sé in quel vortice di sesso a pagamento.  Sui banchi di scuola - Una storia fatta di papponi senza scrupoli, clienti noncuranti o forse troppo presi per accorgersi della giovane età delle due ragazzine, una madre preoccupata che denuncia, e un'altra che finisce in galera per essersi approfittata del corpo della figlia. Tutto ha avuto inizio sui banchi di scuola, in un liceo classico della Capitale. Emanuela e Serena (nomi di fantasia) hanno storie diverse, seppur complicate. L'una, 14 anni, ha alle spalle una famiglia che fatica a tirare avanti, proprietaria di un bar ormai fallito su via Prenestina; l'altra, 15 anni, è orfana di padre e ha una rabbia dentro da farla scappare più volte di casa. Le due amiche condividono le foto su Facebook, il trucco, le pose sensuali, la ribellione giovanile, e alcuni motti che inquietano: "Freghiamo il mondo", "vita ti odio", "scopate, non studiate". La ribellione - Le due ragazzine ogni tanto spacciano. Serena sniffa, vuole guadagnare dei soldi, è in lotta perenne con la madre, contro cui si scaglia rabbiosamente, più di una volta: "Ti mando i miei amici cocainomani a sgozzarti, ti brucio i vestiti, ti sgozzo con le mie mani". Inizia a prostituirsi. Emanuela la segue. Sono troppo amiche per dividersi? Poi, dietro a Emanuela e Serena, ci sono due magnaccia di professione, Nunzio Pizzacalla, caporal maggiore dell'esercito, e Mirko Ieni, ambiguo autista-organizzatore di feste notturne, che da quelle due ragazzine ricamavano un vero e proprio business: "Queste due me fanno guadagnà 600 euro al giorno", dice trionfante Ieni in un'intercettazione telefonica.  Le madri - Infine, per chiudere il cerchio, ci sono due madri, molto diverse. Da una parte, quella di Serena, che si accorge che c'è qualcosa che non va, indaga, fa seguire la figlia da un investigatore privato e scopre le sue "serate anomale". Dall'altra, quella di Emanuela, che invece da quelle serate della figlia traeva guadagno. La scopre, ma non denuncia. Anzi, la incita a proseguire. Alla fine quei soldi servono alla famiglia in crisi. 

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