Ilva, Vendola indagato per disastro ambientale
Taranto, tra le 53 informazioni di garanzia anche quella che riguarda il governatore: s'indaga su presunte pressioni sul dg di Arpa Puglia
Un indagato celebre, molto celebre in Puglia. Il governatore: Nichi Vendola nel mirino della procura. L'accusa per cui si indaga è quella di disastro ambientale a carico dell'Ilva. Secondo quanto indicato negli atti dell'accusa, nei mesi scorsi Nichi avrebbe tentato di "far fuori" il dg di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, poiché figura sgradita all'azienda. Una domanda: Nichi, ora, si dimetterà? Le intercettazioni - In totale le informazioni di garanzia e di conclusione delle indagini sono 53. Vendola è rimasto invischiato nell'indagine sul disastro ambientale contestato ai vertici della fabbrica dell'acciaio per le presunte pressioni su Assennato. Secondo gli investigatori, come detto, Nichi si sarebbe impuntato con il direttore dell'Arpa, indicando una linea morbida da seguire col colosso siderurgico, accusato di aver avvelenato Taranto. L'accusa si basa su alcune intercettazioni telefoniche. I nomi - Nell'inchiesta risultano coinvolti anche il sindaco di Taranto, Ippazio Stefàno, il paralmentare di Sel Nicola Fratoianni (all'epoca assessore regionale), l'attuale assessore regionale all'Ambiente, Lorenzo Nicastro, il consigliere regionale del Pd, Donato Pentassuglia. Secondo le toghe, un ruolo di primissimo piano nel dramma della città lo avrebbe ricoperto Girolamo Archinà, ex responsabile dei rapporti istituzionali del gigante dell'acciaio: sarebbe stato l'eminenza grigia dei signori dell'acciaio, l'uomo nell'ombra che intessendo rapporti con politici e funzionari avrebbe assicurato all'Ilva la possibilità di continuare a produrre, a discatpito dell'ambiente. Indagato eccellente - Vendola è il nome forte dell'indagine e si difende come può: "Non sono stato e mai sarò a busta paga di Emilio Riva" dice il governatore della Puglia in una conferenza stampa, aggiungendo che per questo può "chiedergli conto dell'inquinamento ambientale". "In solitudine - dice il leader di Sel - abbiamo tenuto la schiena dritta davanti ad interlocutore che è un duro protagonista di un certo capitalismo come Emilio Riva". "Mi sono battuto - ha sottolineato - contro la chiusura ed a favore della riqualificazione ambientale e non ho mai fatto un passo indietro su questa sfida fondamentale. Per questo - ha concluso - oggi davanti a un teorema accusatorio che è ragione di dolore per me, non intendo minimamente perdere quella serenità che mi deriva da aver operato con coscienza ed amore per la città di Taranto".