Vanessa Russo uccisa da una romena già libera, il papà: "Mi iscrivo alla Lega di Salvini"
Sono passati 11 anni da quando Vanessa Russo è morta di una morte assurda in un giorno di primavera, a Roma, scendendo dalla metropolitana alla stazione Termini: trafitta in un occhio da un colpo di ombrello sferrato da una ragazza romena. Aveva 22 anni e il sogno di diventare infermiera, aiutare gli altri. A colpirla fu Doina Matei, all' epoca 25enne: le telecamere la ripresero mentre si allontanava con un' amica. Pare che tra le due, Vanessa e Doina, ci fosse stato un litigio in metro, un insulto che ha scatenato la furia, qualche parola di troppo. Fatto sta che Vanessa non c' è più, mentre la Matei ha praticamente finito di scontare la sua pena e lavora in una cooperativa a Venezia. E questo per Giuseppe Russo, il papà della vittima, è troppo. Un macigno difficile da sopportare. «Basta, questo Stato non rispetta gli italiani». Ieri Russo si è iscritto alla Lega, sezione di Roma Ponte Milvio. Riccardo Corsetto, segretario della sezione, racconta che l' uomo è arrivato e ha chiesto soltanto: «Dove si firma per aderire?». «Venga, si firma qua». Ieri l' ufficialità in diretta Fb. Russo, perché ha scelto la Lega? «Perché apprezzo Matteo Salvini e spero che possa fare qualcosa per il nostro Paese, per l' Italia. Ne ha bisogno. Sono stanco del buonismo, di chi ci ha condotto in questa situazione». Lei dice così perché ha perso una figlia, colpita da una ragazza straniera. «Parlano i fatti. E, se vuole, li ripeto un' altra volta. Vanessa era una giovane brava, solare, aperta, generosa non si cacciava nei pasticci, aveva sempre una buona parola per tutti. Me l' hanno ammazzata e nessuno ci ha chiesto scusa. Né la sua assassina, né lo Stato che tutela più gli stranieri e i cattivi della brava gente». Doina Matei è stata condannata a 16 anni di carcere per omicidio preterintenzionale per la morte di sua figlia avvenuta il 26 aprile 2007. Nel 2015 ha ottenuto la semilibertà, che poi le è anche stata sospesa per alcune foto al mare... «Quelle foto per noi sono state come una pugnalata. Lo Stato premia chi fa del male con sconti di pena e con possibilità di lavoro. Dà una seconda possibilità anche a chi ha provocato morte e dolore. E poi, è vero, quella donna è stata condannata a 16 anni perfino in Cassazione. In realtà ha scontato solo sette anni, è già fuori, lavora in una cooperativa sociale in Veneto. Poi, secondo me, andava rimpatriata, invece è ancora in Italia. Perché?». Leggi anche: Uccise Vanessa Russo con una ombrellata in un occhio: la romena-killer si fa le foto al mare e le mette su facebook Cosa si aspettava dallo Stato italiano? «Sicuramente un trattamento diverso. Mia moglie, dipendente dell' Atac, dopo la tragedia che ci ha colpito con la morte di Vanessa, ha cominciato a stare male e non ha più lavorato. Io adesso sono pensionato, per anni ho fatto manutenzione per le scuole comunali, lavoravo nel municipio. Abbiamo un' altra figlia, Francesca, ha 21 anni e un bimbo di 1 anno e mezzo. Per mia figlia non c' è lavoro, per gli stranieri sì». Perché dice così? «È la verità. Purtroppo ho la sfortuna di essere italiano. Se fossi stato straniero e mia figlia Francesca fosse una straniera disoccupata, con un figlio a carico, lo Stato italiano le avrebbe già trovato un posto». Lei, quindi, non perdona. «Non ce la faccio. Non ce la posso davvero fare». È vero che vuole chiedere un risarcimento per Vanessa? Farà una causa civile? «Vorrei che qualcuno pagasse per quello che è successo a mia figlia. Penso che ogni genitore nelle mie condizioni farebbe lo stesso. Lo chiedo per la mia famiglia. Non è una questione di soldi. Ma almeno di rispetto. Ecco, io non credo ci sia stato rispetto per la nostra vicenda umana». Prima della Lega era iscritto a qualche altro partito? «No, mai. Non mi sono mai voluto impegnare. Non ci pensavo proprio. Non ho avuto tessere, non m' interessava». Invece Salvini da cosa l' ha convinta? Cosa gli chiede? «Non chiedo la luna. Mi basterebbe incontrarlo, parlargli. Sarei onorato. Fa bene ad avere a cuore gli italiani. È stato eletto per questo e anche a Roma adesso ha tanto seguito. Qui, a Ponte Milvio, era impensabile prima. Invece, guardi in quanti siamo iscritti». di Brunella Bolloli