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Luigi Di Maio, il padre Antonio risponde alle Iene: "Sono stato obbligato a commettere quell'errore"

Giulio Bucchi
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"Sono stato obbligato a fare quell'errore". Antonio Di Maio risponde via Facebook alle Iene, una settimana dopo l'accusa di aver assunto dipendenti in nero nell'azienda edile di famiglia di cui suo figlio, Luigi Di Maio, è socio insieme alla sorella. Il padre del vicepremier e leader M5s esce allo scoperto leggendo una lettera di scuse e spiegazioni: "Sono semplicemente un piccolo imprenditore che ha commesso degli errori. Chiedo scusa per gli errori che ho commesso, chiedo scusa alla mia famiglia per i dispiaceri che hanno provato, e chiedo scusa anche agli operai che hanno lavorato senza contratto per la mia azienda anni fa". Luigi, continua, "non era a conoscenza di nulla". "Essere un piccolo imprenditore non è facile, soprattutto quando le commesse non vengono pagate. Quando c'è crisi e a volte si ha paura di non poter andare avanti. Ho sbagliato a prendere lavoratori in nero, per carità, ma l'ho fatto perché in quel momento non trovavo altre soluzioni a una situazione difficile. Io ho certamente commesso degli errori, delle leggerezze di cui mi prendo tutta la responsabilità. E, come ho già detto, sono pronto a rispondere dei miei errori, ma dovete lasciar stare la mia famiglia". Luigi Di Maio sarebbe stato tenuto all'oscuro di tutto dal padre per un motivo "banale ma per me importante - conclude Antonio Di Maio -: avevo paura di perdere la loro stima. Cosa che forse è accaduta comunque […] Luigi a volte mi ha dato una mano in azienda, come fanno tanti figli con i padri e ci sono tutti i documenti che lo provano, lui li ha già pubblicati".

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