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Bruno Vespa, perché dopo l'omicidio di Pamela Mastropietro l'Italia si è scoperta leghista

Gino Coala
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Matteo Renzi lo capì per primo: «Macerata porta voti alla Lega». Era lunedì 5 febbraio 2018 e il «paese legale» fremeva d' indignazione perché due giorni prima un giovane di destra, Luca Traini, 28 anni, aveva terrorizzato la città sparando per due ore a qualunque persona di colore gli capitasse a tiro e ferendo 6 immigrati di età compresa tra i 20 e i 32 anni. Aveva inoltre esploso colpi d' arma da fuoco contro un circolo del Pd. Traini, che aveva tatuato sulla tempia destra il simbolo del movimento fascista Terza posizione e faceva il saluto romano, negli ultimi tempi simpatizzava per la Lega e, quando fu finalmente arrestato, era avvolto in un tricolore. Leggi anche: Desirée Mariottini e la lettera della mamma di Pamela Mastropietro: "Due ragazze fragili" Il «paese reale» - quello che vota - era invece quasi per intero dalla parte di Traini, perché lui voleva vendicare la morte di Pamela Mastropietro, una ragazza romana di 18 anni fuggita da una comunità di recupero. Ora, se uno sceneggiatore intendesse scrivere una storia per alimentare l' odio contro gli immigrati, non riuscirebbe a idearne una esemplare come questa. Gli ospiti delle comunità di recupero non sono detenuti, quindi possono allontanarsi quando vogliono, e ai gestori della struttura non resta che avvertire i genitori dei ragazzi. Uscita dalla comunità, Pamela fu avvicinata da Innocent Oseghale, un nigeriano di 29 anni che, arrivato in Italia nel 2015, era stato assegnato al Gus (Gruppo umana solidarietà) di Macerata come richiedente asilo. Ci volle un anno perché la sua domanda fosse esaminata e respinta, ma i dirigenti del Gus capirono subito che il giovanotto non aveva alcuna voglia di integrarsi, essendo uno spacciatore professionista. Perciò Oseghale uscì nel 2017 dal «percorso protettivo» e fu segnalato alla polizia, diventando uno delle centinaia di migliaia di «clandestini» che girano per l' Italia in attesa di un rimpatrio molto improbabile. Eppure, il giovane nigeriano era bene inserito nella comunità cattolica maceratese: il 14 gennaio, nella Giornata del Migrante, aveva ricevuto coperte e generi di prima necessità dai parrocchiani di Santa Croce e fu chiamato addirittura sull' altare per ringraziare la città. FATTA A PEZZI L' identikit per il nostro sceneggiatore è dunque perfetto. Ma il meglio (cioè il peggio) deve ancora venire. Una volta giunta in casa di Oseghale, Pamela - secondo gli investigatori - ebbe un rapporto sessuale con lui. Secondo l' accusa, sarebbe stata stuprata sotto l' effetto di eroina, ma i giudici sono divisi sulla circostanza. Secondo Oseghale, fu la ragazza a chiedere eroina; secondo l' accusa, le fu iniettata per stordirla. È un fatto che la ragazza fu colpita alla testa con un oggetto contundente e poi uccisa a coltellate. Al delitto avrebbero assistito altri due giovani nigeriani, Desmond Lucky (22 anni) e Awelima Lucky (27), prima accusati di concorso in omicidio, poi soltanto di spaccio di eroina. L' accusa sostiene che Oseghale abbia mutilato il corpo di Pamela per eliminare la prova della violenza sessuale. L' imputato sostiene che la ragazza sia morta a causa dell' eroina e ammette comunque l' aspetto mediaticamente e criminologicamente più sconvolgente: fece a pezzi con una sega il corpo di Pamela e lo infilò in due valigie, che lasciò sul ciglio della strada a Pollenza, nei pressi della città marchigiana. Salvini cavalcò la vicenda («Chiunque spari è un delinquente, ma la responsabilità morale è di quelli che hanno riempito di profughi il nostro paese»), seguito da Giorgia Meloni («Così si è ridotta l' Italia in mano alla sinistra») e dallo stesso Berlusconi («Sembra il gesto di uno squilibrato, ma richiama di nuovo all' attenzione il problema della sicurezza nelle città»). Macerata è una città di 42.000 abitanti, ha un' antica università e un prestigioso festival estivo di musica lirica. La gente si disse: se non si può stare tranquilli nemmeno a Macerata, dove si può? L' UMORE DEL POPOLO Dopo due giorni di silenzio, si associò alle proteste Luigi Di Maio, usando toni molto forti sull' immigrazione, ma accusando il Cavaliere di aver riempito l' Italia di clandestini. A dimostrare il cambiamento di clima politico nel paese fu un' altra circostanza: nel giro di due giorni non si parlò più della sparatoria razzista di Traini, ma solo dell' orrendo delitto di Oseghale, elevato a simbolo di ciò che sono capaci di fare i clandestini quando sono abbandonati a se stessi. Romano Carancini, un avvocato dai toni moderati che dal 2010 fa il sindaco di Macerata per il Pd, riconosce che il «buco» tra il momento della bocciatura della domanda di asilo e il «dopo dà l' idea di un fenomeno fuori controllo». Aveva, perciò, visto lungo Renzi - parte lesa per la sparatoria contro la sede del Pd - a sfogarsi: «Tanta, troppa gente la pensa come Salvini, mentre noi perdiamo voti. Questo episodio ci mette in difficoltà, perché sono loro a imporre il terreno di gioco». I sondaggi confermano l' influenza della vicenda di Macerata sul voto del 4 marzo. Ma facciamo un passo indietro. Alle elezioni europee del 2014 (quelle del 41 per cento di Renzi), Forza Italia aveva 10 punti di vantaggio sulla Lega (16 per cento contro 6). Tuttavia, secondo il sondaggista Antonio Noto, nei sei mesi precedenti le elezioni Salvini era riuscito a raddoppiare i consensi del suo partito. Nel corso dello stesso anno, la forbice si era accorciata fino a poco più di 4 punti, per ridursi ulteriormente nel 2015. Dice Alessandra Ghisleri, direttrice di Euromedia Research: «È l' anno in cui l' Italia assiste a un fenomeno comune a tutti i paesi europei e occidentali: l' ascesa dei movimenti chiamati "populisti", di destra o di sinistra, e "apolitici o postideologici". AVANTI, O POPULISTI Dal Front National di Marine Le Pen, il vero leader populista di questi anni, fino a Podemos di Pablo Iglesias in Spagna, passando per Syriza di Alexis Tsipras in Grecia, l' Ukip di Nigel Farage nel Regno Unito e Alternative für Deutschland in Germania. Movimenti più o meno omogenei, anti-sistema, anti - Unione europea e, se di destra, anti-immigrazione. Movimenti che, nelle diverse elezioni nazionali, hanno sparigliato le carte fino ad allora distribuite dalle forze politiche tradizionali di centrodestra e di centrosinistra». Nel corso del 2016 Lega e Forza Italia viaggiarono appaiate intorno al 13 per cento, con una maggiore visibilità di Salvini nella bocciatura del referendum costituzionale di Renzi. La situazione restava stabile nel 2017, con un consolidamento del centrodestra, grazie anche all' indebolimento del leader del Pd, ma con una leggera flessione della Lega. Nel gennaio 2018, a poco più di un mese dalle elezioni, Salvini veniva quotato dai due istituti che abbiamo citato tra il 12 per cento (Noto) e il 14 (Ghisleri), sotto Forza Italia. Macerata fece la differenza. «Fino a quel momento» dice la Ghisleri «immigrazione e sicurezza erano rimaste sullo stesso piano delle tematiche economiche. Dopo la vicenda Pamela-Oseghale l' immigrazione fece da spartiacque». Il comportamento fascistoide di Traini riaprì il dibattito fascismo-antifascismo, ma i sondaggi anche qui furono impietosi: quasi il 60 per cento degli italiani ritenne il tema deviante o non interessante, e soltanto 1 su 5 convenne che si tratta di valori fondamentali. Salvini svettò in testa al gradimento nei sondaggi per la scelta del leader che aveva usato i toni più convincenti sui fatti di Macerata e, in pochi giorni, ribaltò a proprio favore il decisivo rapporto con Forza Italia (17 per cento contro 14), sconvolgendo il «quadro politico» e aprendo le porte al governo gialloverde. di Bruno Vespa

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