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Congresso Anm, i magistrati: "Berlusconi è un grave pericolo per la democrazia"

I magistrati al congresso Anm: "Il Cav un pericolo per la democrazia, l'amnistia un errore, la legge una porcata"

Luciano Capone
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"La rappresentazione della giustizia come funzione piegata a scopi politici, l'attacco scomposto alle sentenze, delle quali si impone il rispetto, e l'attribuzione alla magistratura di pregiudizi di carattere ideologico costituiscono non soltanto un oltraggio rivolto all'ordine giudiziario ma anche un grave pericolo per il sistema democratico". Sono le parole con cui il presidente dell'Anm Rodolfo Sabelli ha attaccato, senza farne il nome, Silvio Berlusconi. Ma al convegno delle toghe, il Cav non era l'unico obiettivo. Nel mirino anche Giorgio Napolitano per amnistia e indulto, oltre alla legge Bossi-Fini, che sarebbe "responsabile" per le stragi del mare. No all'amnistia - Sabelli, al congresso dell'associazione dei magistrati, oltre a rivendicare l'autonomia del potere giudiziario, come detto, si lancia anche in un paio di incursioni nel campo del potere legislativo. L'amnistia e l'indulto sono "soluzioni effimere e provvisorie" se non sono accompagnate da "ampi rimedi strutturali". Dopo aver chiuso all'ipotesi avanzata più volte dal presidente Napolitano, il capo del sindacato dei magistrati si è comunque detto "consapevole della necessità di interventi urgenti che assicurino la civiltà del trattamento penitenziario e la finalità rieducativa della pena" e che l'adozione di provvedimenti di clemenza "spetterà al Parlamento". Poi Sabelli ha affondato il colpo sui provvedimenti adottati dai governi Berlusconi: "Si è approfittato delle necessità di riforma per piegarle a interessi di parte o a scopi di propaganda politica. Ne sono venute, negli anni, leggi ad personam" e riforme "incongrue e dannose". Bossi-Fini criminogena - Sabelli schiera apertamente i magistrati contro la Bossi-Fini: è un "approccio inutilmente repressivo" quello che ispira "la legislazione penale in materia di immigrazione". Il capo dell'Anm arriva addirittura ad addossare alle leggi sull'immigrazione la responsabilità della tragedia di Lampedusa: "Tale approccio inutile e sbagliato ha offerto una tragica dimostrazione con le stragi consumatesi nelle scorse settimane nel mare di Scicli e di Lampedusa". Secondo Sabelli quindi per evitare naufragi, vittime ed annegamenti sarebbe utile o sufficiente cambiare "una demagogica retorica della sicurezza" e quindi bisognerebbe abrogare "il reato di ingresso illegale nel territorio dello Stato, reato palesemente inutile e dannoso". Magistrati sotto attacco - Nella relazione del presidente dell'Anm si parla del clima avvelenato che "ha condizionato negativamente le iniziative di riforma legislativa". Secondo Sabelli la politica continua a proporre riforme a "scopo punitivo" contro i magistrati  e non riforme che mirino a migliorare la giustizia, gli attacchi punitivi sarebbero le proposte su "riduzione delle competenze del Csm, separazione delle carriere, eliminazione del principio di obbligatorietà dell'azione penale" e anche quella sull'introduzione della "responsabilità civile dei magistrati"  Lavoriamo troppo - I magistrati ammettono che la giustizia non funziona, ma "la via delle riforme è ancora segnata da troppe timidezze, arresti, ripensamenti, errori: essa è dunque una via tuttora largamente incompiuta". Ovviamente le toghe si autoassolvono, non hanno alcuna responsabilità del cattivo funzionamento della giustizia, anzi ne sono vittime: "All'elevata laboriosità individuale dei magistrati continua a corrispondere, purtroppo, una scarsa efficienza del sistema". Un'autocritica e assunzione di responsabilità come non se ne vedevano da tempo...

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