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Daisy Osakue, parla Brunella Gambino colpita dalle uova come l'atleta azzurra: "Violenza inaudita"

Gino Coala
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Man mano che passano le ore, appare sempre più chiaro che la terribile aggressione subita dalla discobola azzurra Daisy Osakue ha poco o niente a che fare con il razzismo. Le incursioni dei delinquenti dell'ormai nota "banda dell'uovo" sono al vaglio dei carabinieri, che hanno messo insieme almeno tre episodi registrati finora nella zona di Moncalieri, tutti con vittime passanti casuali, alcune donne e un uomo non di colore, che però non hanno scatenato l'isteria contro "l'emergenza razzismo" agitata dai dirigenti del Pd e della sinistra. Per approfondire leggi anche: Daisy Osakue, delirio del grillino Sibiali: "Decadenza titoli di studio per chi l'ha aggredita" Tra le vittime ignorate dai piddini c'è Brunella Gambino, 48 anni e residente nella stessa via della Osakue, colpita con altre due amiche dal lancio di uova lo scorso 25 luglio. Al Corriere della sera la donna ha raccontato come quella sera fosse uscita semplicemente a mangiare una pizza con le amiche, per poi restare a chiacchierare per strada a fine cena. Alle 23.30 le tre hanno visto e sentito arrivare un'auto con i fari spenti che ha poi accelerato all'improvviso verso di loro: "Abbiamo sentito il rombo del motore e poi abbiamo visto questa macchina scura che si dirigeva a forte velocità verso il centro di Moncalieri. Una delle mie amiche è stata colpita al braccio e si lamentava per il dolore". In quei momenti cosa fosse successo non era stato chiaro neanche a loro, anzi addirittura all'inizio le tre pensavano di essere state colpite con una bottiglia di vetro: "Poi abbiamo capito che si trattava di un uovo, ma era stato tirato con una violenza inaudita. Il braccio della mia amica era completamente rosso e stavamo cercando di aiutarla, quando c'è stato un secondo episodio". Quella stessa sera la Fiat Doblò ha fatto il giro dell'isolato per poi raggiungere di nuovo le tre donne: "Questa volta ci siamo accorte dell'arrivo e abbiamo visto una persona che sporgeva il braccio fuori dal finestrino e lanciava un altro uovo contro il marciapiede. Indossava un cappellino ma era troppo buio per riconoscerlo. Queste persone devono essere fermate".

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