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Blitz di Isabella Rauti con la gigantografia dei maròMarino la fa rimuovere /VIDEO

La moglie dell'ex sindaco Alemanno voleva contestare la rimozione del precedente manifesto. Il Comune: "Ora lo rimettiamo noi"

Nicoletta Orlandi Posti
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Oltre una trentina di esponenti e simpatizzanti di 'Prima l'Italia' tra i quali Isabella Rauti, moglie dell'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno,  hanno tentato di esporre una gigantofrafia con le foto di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, con su scritto a caratteri cubitali "Salviamo i nostri maro'", sopra le scale del Campidoglio, in quello stesso spazio da dove una precedente gigantografia era stata rimossa. Al grido di "Dove sono i maro'?" l'immensa foto è stata subito tolta di mezzo da uno dei vigili in servizio nella piazza del Campidoglio. Pronta la reazione degli esponenti di 'Prima l'Italia' che hanno gridato: "Venduti, vergogna, servi". Guarda il video su Libero Tv "Tradizionalmente in questa piazza vengono rimosse le foto quando le questioni si sono risolte -ha dichiarato Isabella Rauti, moglie dell'ex sindaco di Roma- è accaduto per Shalit, per Rossella Urru. Non si è mai visto che mentre la questione è ancora in corso, aperta, vengano rimossi gli stendardi''. ''Inutile tirare in ballo Michelangelo -ha proseguito Isabella Rauti- che nessuno ha potuto interpellare. In questa piazza deve restare lo stendardo dei marò che sono detenuti ingiustamente e devono essere giudicati dal Tribunale di competenza che non è indiano. Quindi -ha proseguito- prima l'Italia, nata poco tempo fa ha pensato di prendere questa iniziativa perchè trova vergognoso che sia stato rimosso lo stendardo dei maro'". Il Campidoglio prova smorzare le polemiche annunciando che la gigantografia sarà ricollocata presto: il manifesto dei due marò è stato tolto il 2 ottobre scorso in occasione dell'evento 'Il coraggio della speranza', organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio. Assieme a quel manifesto sono stati tolti anche quelli dedicati alla leader dell'opposizione ucraina in carcere Iulia Timoshenko e dell'iraniana Sakineh Mohammadi Ashtiani, condannata a morte nel 2006. Ora, fa sapere il Campidoglio in una nota, "sono allo studio, da parte della Sovrintendenza capitolina ai Beni Culturali, ipotesi per una rapida collocazione della gigantografia in una posizione che sia in grado di assicurare al contempo la massima visibilità e rilievo al messaggio e dall'altra l'esigenza di preservare l'integrita' storico-artistica delle facciate dei palazzi storici e del disegno michelangiolesco".

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