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Ci rubano pure le fiabe:la "Bella addormentata"ora diventa lesbo

Nella piece di Emma Dante, per bimbi dai 7 anni, la protagonista sposa il principe donna. Protestano famiglie e Pdl. Gli autori: lezione di diversità

Matteo Legnani
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Presto ci dovremo aspettare un «Peter Pan» gay o una «Cenerentola» vestita da drag queen. Ma per il momento ci dobbiamo accontentare di una «Bella addormentata» in versione lesbo. Al teatro Testoni di Bologna, il prossimo 29 ottobre, andrà infatti in scena la pièce teatrale "La bella Rosaspina addormentata". Favola per bambini e adulti, in cui il classico personaggio delle favole cambierà il suo orientamento sessuale: anziché innamorarsi di un principe, al risveglio si innamorerà di una principessa. Lo spettacolo, diretto dalla nota regista Emma Dante - già presente al Festival del Cinema di Venezia con il film Via Castellana Bandiera - e inserito all'interno del Gender Bender, festival dedicato alle identità di genere e di inclinazione sessuale, ha già suscitato un vespaio di polemiche non tanto per il suo contenuto quanto per i suoi destinatari.    "Vogliono essere cultura dominante" Leggi il commento di Mario Giordano   Lo show sarà infatti destinato anche a un pubblico di bambini, a partire dall'età di 7 anni. "Un tentativo grottesco di strumentalizzare i più piccoli, usando dei soldi pubblici", lo ha definito la consigliera del Pdl Valentina Castaldini, ricordando come "il teatro Testoni usufruisce di un immobile in comodato gratuito e di una convenzione da 810mila euro in tre anni". Denari che, a detta della consigliera, dovrebbero servire "ad assicurare un'offerta aperta a tutti, bella, significativa e soprattutto educativa".  E non a proporre scene di amore saffico. O meglio, "pagliacciate diseducative per i minori", come le ha definite in tono caustico l'ex capogruppo Pdl in Comune Marco Lisei. Si difende invece dalle accuse la cooperativa La Baracca-Testoni Ragazzi, organizzatrice dell'evento: "La nostra volontà", spiegano i membri, "è di proporre spettacoli che sappiano affrontare tematiche sensibili. Si tratta di promuovere la tolleranza e la consapevolezza delle differenze, preferendo che i bambini si confrontino con la diversità, anziché ignorarla". Ciò che colpisce, tuttavia, è proprio l'inserimento di argomenti così delicati in un contesto, come quello delle fiabe, dove l'amore è di solito scevro di connotazione sessuali e dove i ruoli, quelli di maschio e femmina, sono incardinati in figure tipo immutabili, quali appunto quelle del principe e della principessa. Portare temi di attualità nel mondo della finzione sembra dunque un tentativo di scardinare l'unico contesto, quello dell'immaginario infantile, non ancora coinvolto nelle derive del moderno. Ma tant'è. Già Dante, nel senso dell'Alighieri, aveva usato l'allegoria come fenomeno di denuncia e di espressione sociale... Nel frattempo la stessa città di Bologna si candida a diventare punto di riferimento dei gay, aderendo alla risoluzione proposta da Pd e Idv in Regione, che impegna l'Emilia Romagna a offrire asilo politico "agli omosessuali discriminati e perseguitati dalla legge anti-gay voluta in Russia da Putin". Proprio nel capoluogo emiliano, d'altronde, non più di un paio di mesi fa, alcuni locali storici come il Cassero avevano deciso di boicottare la vodka, in segno di protesta contro la normativa del premier russo. La rossa Bologna si candida insomma a diventare una città dove, a essere discriminati, rischiano di essere solo gli eterosessuali. Anche quelli che amano le fiabe col lieto fine, modello "vecchio stampo".  di Giovanni Torelli

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