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Priebke, la Germania all'Italia: "Del corpo occupatevene voi"

Erich Priebke

Ignazio Stagno
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La vicenda dei funerali e della sepoltura di Erich Priebke ormai ha i contorni di una farsa. Una storia tragi-comica dove i personaggi ballano e danzano intorno ad un cadavere e il cadavere stesso non è l'oggetto di una contesa, ma di un rifiuto. Per Priebke non ci sono e non c'è finora un funerale, nè una sepoltura. Così la farsa va avanti con una perfetta sequenza scenica che lascia basito il pubblico. Tutto comincia con la morte dell'ex ufficiale nazista, tra gli esecutori materiali dell'eccidio delle Fosse Aredatine, l'11 ottobre scorso. L'Argentina  - Ad aprire la scena è l'Argentina. Il Paese che ha ospitato Priebke subito dopo la guerra. Con una nota ufficiale l'Argentina fa sapere che "nel Paese la salma di Priebke non troverà ospitalità nè sepoltura". La terra che lo ha "coperto" e "protetto" per tanti anni chiude le porte al criminale nazzista. Non fa in tempo ad uscire dalla scena Buenos Aires che debutta Ignazio Marino. Il sindaco - Il sindaco di Roma che di fatto, per motivi ideologici non ha bloccato il degenerare della vicenda, anzi ha fatto di tutto per fomentare il fuoco delle polemiche: "Avevo detto sin dal primo momento no alle esequie solenni. Sono solidale con il sindaco di Albano che si è opposto. Esequie pubbliche o solenni in una Chiesa erano da evitare e mi sembra che la Chiesa stessa abbia sostenuto questa opinione".  "Oggi - ha aggiunto Marino - è la giornata delle memoria di quanto avvenne 70 anni fa, una ferita nella storia della nostra citta', il ricordo di quando la comunita' ebraica fu colpita con una violenza inaudita. Più di mille persone avviate ai campi di sterminio. Qusta città deve ricordare quanto la violenza e l'odio dividono e quanto devono essere vietati questi temi in questi tempi". Insomma Marino e il sindaco di Albano insieme con le loro decisioni hanno creato un caso. Così nella vicenda "funerali sì, funerali no" hanno messo bocca tutti.  La Chiesa - Per primi i Lefebvriani che di fatto hanno usato il silenzio (probabilmente strategico) del Vaticano per farsi carico dei funerali di Priebke. Sono stati loro a dire che il funerale di Erich Priebke si sarebbe potuto fare e hanno aperto le porte della Cappella San Pio X ad Albano Laziale. I sacerdoti che si richiamano al monsignor Marcel Lefebvre sono "nati" cattolici, ma dal 1988 la loro comunità non è riconosciuta dal Vaticano. Secondo la Curia romana, infatti, loro sono eretici perché ultra-tradizionalisti e anticonciliari. Poi in questa farsa è entrata la solita ideologia buona per tutte le stagioni. Calci e pugni - Calci e pugni al feretro da parte dei gruppi antagonisti e soprattutto dai "compagni" comunisti che radunandosi davanti alla chiesa di Albano hanno comuqnue dato uno spettacolo indecoroso. Dall'altro lato i neonazi che arrivati in comitiva dall Germania hanno vuoluto unirsi alla commedia intorno al morto. Il figlio e la Germania - Priebke è "vittima" anche del figlio, che in modo disinteressato ha lanciato una provocazione sulla sepoltura: "Potete tumularlo anche in Israele". Infine tra i personaggi in cerca di un morto è entrata la Germania. Il Paese natale di Priebke, il Paese che gli ha dato una divisa per uccidere più di 300 italiani. Il portavoce del ministero degli Esteri ha fatto sapere che il "la sepoltura è un problema che riguarda l'Italia e non di certo Berlino". Ora il corpo di Priebke resta a Pratica di mare nell'attesa di una sepoltura. In Germania, in Italia, o da nessuna parte. La farsa continua. E i personaggi ormai forse sono crudeli quanto il carnefice che è chiuso dentro la bara. 

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