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Trasporta clandestini dall'Italia, tassista milanese arrestato alla frontiera tedesca

Per i crucchi i conducenti corresponsabili per i propri clienti. E il tassista ora rischia di dover pagare anche il rimpatrio

Roberto Procaccini
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Arrestato un tassista milanese a Rosenheim, cittadina al confine tra Germania e Austria, perché trasportava stranieri i cui documenti non sono risultati in regola. Clandestini, in altri termini.Le autorità tedesche lo tengono in cella da venerdì scorso con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione irregolare. E' il secondo caso: tre settimane fa un altro tassista milanese fu fermato sempre a Rosenheim con la stessa accusa. E' riuscito a farsi scagionare solo dimostrando di aver preso la corsa via radio e di non poter conoscere la nazionalità dei clienti. Caso diplomatico - Le autorità tedesche di frontiera hanno acceso i riflettori sul transito dei taxi provenienti da Milano e da altre grandi città italiane. Nell'obiettivo, quei nuclei di migranti (provenienti più frequentemente, a quanto si apprende, dalla Siria) che sbarcano nel Belpaese per raggiungere poi il nord Europa sulle vetturine bianche. Il problema, spiega Claudio Severgnini (presidente Tam, Tassisti-artigiani milanesi) è che in Italia "i tassisti non possono chiedere i documenti ai clienti, e in ogni caso non hanno la competenza per verificarne l'autenticità". Quindi non ci sono motivi per rifiutare un cliente che magari si presenta bene e dimostra di avere la liquidità necessaria per pagare la corsa. "Ma per la legge tedesca - continua Severgnini - possono essere incriminati per favoreggiamento dell'immigrazione irregolare e, se condannati, essere chiamati a pagare le spese di rimpatrio degli irregolari". Conseguenze della crisi - In tempi di magra, per i tassisti non è facile rinunciare a corse che possono fruttare anche mille euro. "Ma abbiamo messo in allerta i nostri soci - dice ancora Severgnini -: non vanno accettate le corse anomale: il rischio è trovarsi incriminati davanti alla legge tedesca". 

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