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Costa Concordia, la Toscana si tiene il relitto: "Lo smaltirà il porto di Piombino"

Frenata sulla destinazione Smirne, lo smantellamento è un business da 500 milioni. Il governatore Rossi: "E' un rifiuto speciale, decidiamo noi"

Giulio Bucchi
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La Costa Concordia verso la Turchia, anzi no. La Regione Toscana ha fiutato il business dello smantellamento del relitto della nave da crociera affondata all'Isola del Giglio e frena le trattative che stavano portando la Costa a chiudere con il porto di Smirne. Operazione da 500 milioni di euro che il governatore Enrico Rossi vorrebbe tenersi in casa: "La Concordia, ancorché raddrizzata, resterà fino alla prossima estate davanti al porto del Gigilio. E' definita tecnicamente, in base alla normativa in vigore, un "rifiuto", e un quanto tale l'autorizzazione per la rimozione spetta per competenza alla Regione Toscana e non ad altri". Il business del relitto - L'ipotesi più concreta, dunque, è quella di Piombino, porto però da attrezzare adeguatamente. "Già Monti si è espresso in favore di Piombino per il ricovero e la rottamazione della nave, e noi stiamo lavorando per adeguare il porto di Piombino in modo che possa accogliere la Concordia e poi tutte le altre navi da rottamare, in applicazione del nuovo regolamento europeo che prescrive, a partire dal 2015, lo smantellamento del naviglio europeo in porti adeguatamente attrezzati", ha spiegato ancora il governatore Rossi. Tutte le spese si rimozione e smantellamento saranno a carico della Costa, che dalla vendita dei rottami conta di recuperare tra i 100 e i 150 milioni di euro. Per ora, in attesa di capire la destinazione finale, la società navale ha già affittato per 30 milioni di dollari il battello semisommergibile Vanguard che manterrà dritta la nave traghettandola nel porto finale, tra dieci mesi.

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