E' morto Erick Priebke, il boia delle Fosse Ardeatine
Dopo la morte, è scontro per la sepoltura. Il corpo di Erich Priebke, scomparso ieri all'età di 100 anni, non lo vuole nessuno. Nemmeno l'Argentina che gli aveva dato ospitalità dopo la guerra. Il ministro degli esteri dell' Argentina Hector Timerman "ha dato ordine di respingere ogni procedura che possa permettere l'ingresso nel paese del corpo del criminale Erich Priebke". Lo ha reso noto il ministero, precisando che "gli argentini non accettano questo tipo di offese alla dignità dell'uomo". Ieri, l'avvocato di Priebke, Paolo Giachini, aveva riferito che l'ex SS sarebbe stato sepolto accanto alla moglie a Bariloche, nella città argentina dove si era rifugiato anni fa. Insomma quel corpo sembra, per ora destinato a restare in Italia. Martedì si terranno i funerali a Roma. Lo ha annunciato sabato mattina l'avvocato dell'ex ufficiale nazista. Ma se il questore Fulvio della Rocca, d'intesa col prefetto Giuseppe Pecoraro, ha fatto sapere che vieterà qualsiasi forma di celebrazione in forma solenne, il il sindaco della Capitale, Ignazio Marino, è andato anche oltre dicendo di "non sapere nulla dei funerali di Priebke". A questo punto, la soluzione potrebbe essere quella di spedire le spoglie dll'ex SS nella sua Germania. D'latronde Priebke ha sempre orgogliosamente detto di essere tedesco. Per cui... Vota il sondaggio - Chi si deve occupare del corpo di Priebke? La morte (senza pentimento) - Priebke condannato all'ergastolo, è morto ieri mettendo la parola fine al più tragico crimine della storia recente della Capitale: la strage delle Fosse Ardeatine in cui Priebke e le altre SS uccisero 355 innocenti nel maggio 1944. Un'azione di rappresaglia per vendicare la morte di alcuni soldati nazisti ad opera dei Gruppi di azione partigiana il 23 marzo dello stesso anno, della quale Priebke non si è mai pentito. Nato a Hennigsdorf il 29 luglio 1913 Priebke fu un nazista della prima ora: al Partito nazionalsocialista aderì nel 1933, l'anno in cui Hitler prese il potere in Germania, segnalandosi per la sua determinazione. caratteristiche che piacquero a Heinrich Himmler, che poco dopo lo fece entrare nelle SS, in cui Priebke raggiunse il grado di capitano. Dopo la sconfitta belllica della Germania, Priebke fuggì da un campo di prigionia presso Rimini e dopo aver ricevuto documenti falsi a Roma, si rifugiò in Argentina, a San Carlos de Bariloche, ai piedi delle Ande argentine, dopo essere passato per Bolzano. Riuscì quindi a sfuggire alla cattura per i processi per crimini di guerra e, anche se i servizi segreti israeliani per molto tempo gli diedero la caccia, non fu mai scoperto. Nel 1991, la partecipazione di Priebke al massacro delle Fosse Ardeatine viene denunciata nel libro di Esteban Buch. Nel maggio 1994, a partire da questo libro], il giornalista statunitense Sam Donaldson intervistò Priebke a San Carlos de Bariloche in Argentina per conto dell'emittente ABC. Le autorità italiane inoltrarono la richiesta di estradizione a quelle argentine. Estradato in Italia, nel novembre 1995, venne rinchiuso nel carcere militare Forte Boccea di Roma. La Procura militare chiese ed ottenne il rinvio a giudizio di Priebke per crimini di guerra. Priebke fu quindi imputato di "concorso in violenza con omicidio continuato in danno di cittadini italiani" per i fatti accaduti presso le Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944. Il 1 agosto 1996, il Tribunale militare dichiarò di "non doversi procedere, essendo il reato estinto per intervenuta prescrizione" e ordinò l'immediata scarcerazione dell'imputato. La Corte di Cassazione annullò quella sentenza, disponendo così un nuovo processo a carico di Priebke. Egli fu prima condannato a 15 anni, poi ridotti a 10 per motivi di età e di salute; poi, nel marzo 1998, la Corte d'appello militare lo condannò all'ergastolo, insieme all'altro ex membro delle SS Karl Hass. La sentenza è stata confermata nel novembre dello stesso anno dalla Corte di Cassazione; a causa della sua età avanzata, sia a Priebke che ad Hass fu concessa la detenzione domiciliare. "La dignità con cui ha sopportato la sua persecuzione ne fanno un esempio di coraggio, coerenza e lealta" ha spiegato in una nota il legale di Prebke, Paolo Giachini. Secondo l'avvocato, l'ex ufficiale SS ha lasciato "una intervista scritta e un video, testamento umano e politico".