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Lampedusa, fermato il capo degli scafisti: un tunisino

La Procura di Agrigento ha disposto il fermo di Kaled Bensalam, di 35 anni: inchiodato da alcuni testimoni

Ignazio Stagno
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Dopo la tragedia arrivano i primi arresti. La Procura di Agrigento ha disposto il fermo del presunto scafista del naufragio di Lampedusa in cui sono morti centinaia di migranti. È il tunisino Kaled Bensalam, di 35 anni, indicato da alcuni testimoni come il ‘comandante'. È indagato anche per naufragio e omicidio volontario plurimo. Il presunto comandante della nave carica di migranti che ha fatto naufragio a Lampedusa avrebbe avuto un ruolo nell'incendio del peschereccio. Lo affermano dei sopravvissuti eritrei sentiti dalla Procura di Agrigento, nell'ambito dell'inchiesta che ha portato al fermo del presunto scafista, un tunisino di 35 anni che nell'aprile scorso aveva fatto parte di un equipaggio di uno sbarco nell'isola delle Pelagie. Le indagini -   Elementi non certi, tanto che la magistratura non gli contesta il reato di incendio. Ora tocca agli inquirenti accertare le responsabilità del presunto "scafista". La speranza è che la giustizia italiana non sia troppo "tenera" con chi materialmente è resposnabile delle tragedie del mare. Solo qualche giorno fa tredici immigrati sono morti annegati sulla spiaggia di Sampieri a Scicli (Ragusa) durante uno sbarco. Sette persone sospettate di essere “scafisti” sono state fermate per il naufragio. Gli scafisti sono stati fermati dai carabinieri grazie alla testimonianza di uno dei residenti. Il testimone ha affermato di ver visto gli scafisti frustare i migranti durante i minuti concitati dello sbarco. I migranti doloranti di fatto sono stati costretti a gettarsi in mare. Gli scafisti volevano sbarazzarsi di loro e fuggire via. Ma questa volta è andata male. Anzi bene. Già, perché dopo l'arresto cinque di loro sono stati immediatamente scarcerati.

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