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Copiare alla maturità? Si puòBasta essere studenti modello

In Campania sospesa una ragazza che cercava risposte sul telefonino. Ma il Consiglio di Stato le dà ragione: ha sempre preso bei voti, e allora...

Andrea Tempestini
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Per noi - che abbiamo costruito la carriera scolastica con il culto del copiare - la faccenda è fastidiosa.  Perché tra professionisti del “non studio” c'è sempre stato un codice non scritto da rispettare (se copi rischi, se ti beccano sono affari tuoi, paghi senza fare tante storie e stai zitto) e perché - e qui il discorso si fa meno scherzoso e più serio - il messaggio che la recente sentenza del Consiglio di Stato ha passato agli studenti è pericoloso. E decisamente poco istruttivo. Eccolo: copiate pure, ora è lecito. Orrore. La faccenda - oltre a essere fastidiosa e seria - è semplice semplice, salvo poi ingarbugliarsi tra ricorsi, testardaggini e un finale clamoroso. Una ragazza campana, durante gli esami di maturità, ha deciso che da sola non ce l'avrebbe fatta e ha nascosto - evidentemente in maniera goffa - uno smartphone sotto il banco per un agevole control-c control-v (modo moderno per dire copiare: bei tempi quando noi ci facevamo passare la versione scritta a mano su un bigliettino dalla più brava della classe - e se eri fortunato pure più bella - magari facendoglielo nascondere sotto il cestino del bagno per poi recuperarlo e imboscarlo nel dizionario...), ma si è fatta beccare. Scoperta. Umiliata. Punita. La ragazza è stata sospesa dalla Commissione d'esame perché - così recita l'articolo dell'Ordinanza Ministeriale - “I candidati saranno invitati a consegnare alla commissione, nei giorni delle prove scritte, telefoni cellulari di qualsiasi tipo (comprese le apparecchiature in grado di inviare fotografie e immagini), nonché dispositivi a luce infrarossa o ultravioletta di ogni genere. I candidati medesimi saranno avvertiti che nei confronti di coloro che fossero sorpresi ad utilizzare le suddette apparecchiature è prevista, secondo le norme vigenti in materia di pubblici esami, la esclusione da tutte le prove”. Detto, fatto. Giustamente. La studentessa però - sicuramente una copiona dilettante e senza conoscenza dei codici non scritti da rispettare - si è rivolta al Tar della Campania lamentandosi per l'accaduto e chiedendo giustizia, come se lei fino a quel momento avesse fatto solo cose giuste. La risposta è stata no. Tradotto, il tribunale amministrativo ha respinto l'istanza con la seguente motivazione: anche negli esami di Stato possono essere applicate le sanzioni previste nei concorsi pubblici, con particolare rilievo per ciò che riguarda il decreto numero e bla bla bla. Tutto finito? Macché, pur di non ripetere l'anno la ragazza ha ripetuto la protesta. E ha incaricato il proprio avvocato di rivolgersi al Consiglio di Stato. Che ha ribaltato la decisione perché, a suo parere, la copiatura “è stata dettata da uno stato d'ansia probabilmente riconducibile anche a problemi di salute attestati nella nota conclusiva di un dirigente scolastico”, ma soprattutto perché “il superamento dell'esame costituisce di per sé attestazione delle competenze, conoscenze e capacità anche professionali acquisite dall'alunna e la norma che regola l'espulsione dei candidati dai pubblici concorsi per condotta fraudolenta, non può prescindere dal contesto valutativo dell'intera personalità e del percorso scolastico dello studente. Non potevano ignorarsi, nel caso di specie, il brillante curriculum scolastico della candidata, ammessa all'esame con un giudizio che ne evidenziava le notevoli capacità, il personale vivace interesse e il costante costruttivo impegno”».  Come dire, se sei studente modello puoi copiare. Ops, peccato che se copi non sarai mai uno studente modello... di Alessandro Dell'Orto

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