In Italia sempre più poveriE' raddoppiato il numerodi persone che non mangiano
Dall'inizio della crisi sono praticamente raddoppiati (+99%) gli italiani che si trovano in una condizione di povertà assoluta ed oggi sono 4,81 milioni quelli che non hanno una disponibilità economica sufficiente neanche ad acquistare beni e servizi essenziali per vivere. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti che fotografa la realtà del Paese, in base dei dati Istat relativi agli ultimi 5 anni segnati dalla crisi. La situazione si è aggravata di più nel nord Italia dove l'aumento dal 2007 è stato addirittura del 105% rispetto al mezzogiorno (+90%) anche se il peggioramento più marcato è stato registrato nel centro Italia (+112%). In valori assoluti tuttavia - precisa la Coldiretti - si contano 2,35 milioni di cittadini in grave difficoltà nel mezzogiorno, 1,78 milioni nel nord. e 684mila ne centro Italia. Ad essere entrati in una condizione di povertà assoluta negli ultimi cinque anni di crisi sono stati ulteriori 3,4 milioni di persone ed oggi sul territorio nazionale più di un italiano su dieci (11.3%)si trova in questa situazione. L'effetto principale è stato un crollo storico dei consumi di beni essenziali come il cibo poiché ben il 16,6 per cento degli italiani non può neanche permettersi una pasto con un contenuto proteico adeguato almeno una volta ogni due giorni. La spesa alimentare delle famiglie è tornata indietro di venti anni. Nel 2012 i consumi delle famiglie italiane per alimentari e bevande a valori concatenati sono stati pari - sottolinea Coldiretti - a 117 miliardi, di mezzo miliardo inferiori a quelli del 1992. La crisi ha fatto retrocedere il valore della spesa alimentare, che era sempre stato tendenzialmente in crescita dal dopoguerra, fino a raggiungere l'importo massimo di 129,5 miliardi nel 2007, per poi crollare oggi al minimo di ben quattro lustri fa. La situazione si è aggravata nel 2013 con le famiglie italiane che hanno tagliato gli acquisti per l'alimentazione, dall'olio di oliva extravergine (-10 per cento) al pesce (-13 per cento), dalla pasta (-10 per cento) al latte (-7 per cento), dall'ortofrutta (-3 per cento) alla carne (-2 per cento), sulla base delle elaborazioni su dati Ismea-Gfk Eurisko relativi al primo semestre dell'anno che fanno registrare complessivamente un taglio del 4 per cento nella spesa alimentare delle famiglie italiane.