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Il Papa ai disoccupati sardi:"Senza lavoro manca la dignità"

Il Pontefice, davanti ai tanti disoccupati, parla a braccio e ricorda la sua infanzia da figlio di emigranti. Poi: so bene che la parola "coarggio" non basta

Lucia Esposito
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Papa Francesco arriva in Sardegna, a Cagliari, nella città della Madonna di Bonaria, la patrona dei naviganti a cui si rivolgevano tutti i marinari sardi che nel 1536 battezzarono Buenos Aires, la sua città. La città in cui anche su padre approdò in cerca di fortuna durante la durissima crisi degli anni trenta. Il Papa, spiazza tutti, ancora. Lo fa subito quando, appena arrivato a Cagliari, dall'auto dà “il cinque” come un giocatore di basket americani ai fedeli che lo aspettano. Poi parla di lavoro. Davanti alla disperazione dei disoccupati, dei cassaintegrati, dei precari parla a braccio per dire quello che “sente nel cuore”  e mette da parte il discorso che aveva preparato (lo lascia al vescovo di Cagliari chiedendo a lui di renderlo noto).  Il lavoro e le parole - Racconta la sua storia, Papa Bergoglio: “La mia famiglia, mio papà da giovane è andato in Argentina a farsi l'America, e ha sofferto la terribile crisi degli anni Trenta. Hanno perso tutto, non c'era lavoro. Io non ero ancora nato ma nella mia infanzia ho sentito parlare di questo, di questa sofferenza”. Il Papa sa bene che le parole, davanti alla mancanza di lavoro, servono ma da sole non bastano:  “Devo dirvi coraggio, ma sono anche cosciente che devo fare tutto del mio perché questa parola, coraggio, non sia una bella parola di passaggio, non sia soltanto un sorriso da impiegato cordiale, un impiegato della Chiesa che viene e vi dice coraggio, no, questo non lo voglio. Voglio che questo coraggio mi arrivi da dentro e mi spinga a fare di tutto come pastore, come uomo. Dobbiamo affrontare con solidarietà e intelligenza questa sfida storica”. Perché, dice il Papa, “senza lavoro manca la dignità. Lavoro, lavoro, lavoro. È una preghiera, la vostra: lavoro vuol dire dignità, portare il pane a casa. E noi dobbiamo dire no a questa cultura dello scarto. Dobbiamo dire: vogliamo un sistema giusto. Non vogliamo questo sistema economico”.  Poi la preghiera: “Signore Gesù cui non mancò il lavoro, dacci il lavoro e insegnaci a lottare per il lavoro, e benedici tutti noi”. 

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