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Saviano condannato: plagio per "Gomorra", deve pagare 60mila euro

Roberto Saviano

Secondo i giudici ha copiato tre articoli da un quotidiano campano per il suo bestseller. Lui: "Ricorrerò in Cassazione"

Giulio Bucchi
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Roberto Saviano è stato condannato a pagare 60mila euro per plagio. Secondo la sezione specializzata in proprietà intellettuale della Corte d'appello di Napoli, nel suo bestseller Gomorra ha copiato illecitamente articoli già pubblicati sulla stampa locale. La questione era stata sollevata da Libero nel gennaio 2008, con un'intervista a Simone Di Meo, giornalista del quotidiano Cronache di Napoli che accusava Saviano di aver saccheggiato la stampa locale nella stesura del suo romanzo: «Ci sono stralci di Gomorra che riprendono, alla lettera, inchieste pubblicate dai quotidiani partenopei e non se ne fa mai menzione». Un articolo dello stesso Di Meo è stato riconosciuto come fonte solo a partire  dall'undicesima edizione e su esplicita richiesta del giornalista alla Mondadori. Dal 2008 è partito un contenzioso legale in cui «Libra» - editore di Cronache di Napoli e del Corriere di Caserta - ha chiesto allo scrittore napoletano un risarcimento di 300mila euro. Saviano si difende sui giornali e in tv e cita come avvocato il compianto Enzo Biagi:  «Lui mi disse - ricordava Roberto nel salotto di Fazio - “sei arrivato davvero quando fanno un falso del tuo libro e ti accusano di plagio”». Saviano è uno scrittore di fama mondiale, vive sotto scorta e non viene scalfito dalle critiche, perché «la Camorra non uccide con le pallottole ma con la diffamazione». Insomma è quella «macchina del fango» che i poteri marci attivano contro un intellettuale impegnato. La sentenza di primo grado sembra confermare la tesi di Saviano: nel 2010 viene assolto e addirittura risarcito con 5 mila euro. Ora, dopo tre anni, i giudici riconoscono l'utilizzo illegittimo di tre articoli e condannano l'autore di Gomorra.    Su Facebook Saviano si difende ricordando, come sempre, che «in questi lunghi anni sotto scorta» ha subìto molti attacchi e che si tratta di due sole pagine su 331: «Ricorrerò in Cassazione. Anche se si tratta dello 0,6% del mio libro». Inoltre il vecchio editore di «Libra» «è stato già condannato a otto anni e mezzo di reclusione per estorsione a mezzo stampa». Insomma, si tratterebbe ancora della solita «macchina del fango». Il problema è che in questi anni il fango Saviano se l'è buttato addosso da solo. In un altro suo libro, La bellezza e l'inferno, scriveva di aver ricevuto una telefonata speciale: «“Robberto? Sono la signora Impastato!” A stento risposi ero imbarazzatissimo», racconta Saviano, «ma lei continuò: “Ti dico solo due cose, una da madre ed una da donna. Quella da madre è stai attento, quella da donna è stai attento e continua”». Una scena commovente, ma completamente inventata. La signora Felicia non aveva il telefono, non ha mai chiamato Robberto ed è morta due anni prima che uscisse il libro.   C'è un altro caso in cui Saviano ha probabilmente parlato con i morti, in particolare con Bendetto Croce. L'autore di Gomorra ha raccontato che durante il tragico terremoto di Casamicciola del 1883, il filosofo liberale avrebbe offerto una «mazzetta» da 100mila lire a chi lo avesse tirato fuori dalle macerie in cui era rimasto intrappolato e in cui persero la vita i genitori e la sorella. Secondo la nipote del filosofo, Marta Herling, l'unico testimone dell'accaduto è Croce stesso che non ha mai nè scritto nè raccontato a nessuno quest'episodio. Quindi si tratterebbe di una balla colossale. Saviano, indispettito per la smentita, ha chiesto 4 milioni e 700mila euro di risarcimento tra danni patrimoniali e non patrimoniali. In un'altra occasione, ad accusare Roberto di copiare è stato il settimanale albanese Investigim, secondo cui lo scrittore avrebbe ricopiato un'inchiesta senza citare la fonte. Saviano con i plagi non ha avuto  fortuna nemmeno dopo il passaggio alla nuova casa editrice,  Feltrinelli. La copertina del suo ultimo libro, ZeroZeroZero è praticamente identica quella di un romanzo di uno scrittore semisconosciuto, Domenico Spadavecchia. Chissà, forse è solo sfortuna... Ora arriva la condanna per il plagio di Gomorra. Con tanto di risarcimento da 60mila euro. O meglio, 60 ZeroZeroZero euro. di Luciano Capone    

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