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Lodo Mondadori, De Benedetti incassa e gira ai figli. Al gruppo Espresso neanche un euro

Carlo De Benedetti

Giulio Bucchi
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Anni a sostenere una linea finalmente «premiata» dalle sentenze, e il rischio di non vederne i frutti. È a mezza bocca l'esultanza del Gruppo Espresso per la sentenza della Cassazione sul Lodo Mondadori. L'arrivo nelle casse di Carlo De Benedetti di 494 milioni di euro non corrisponde in maniera automatica a un sollievo per i giornali del gruppo. Come si è apprestato a scrivere lo stesso Ingegnere, infatti, quelli in arrivo sono soldi non suoi, dal momento che oggi  è «semplice» presidente del consiglio di amministrazione dell'Espresso. Pertanto il patron di Repubblica non ne beneficerà «neanche indirettamente», avendo recentemente donato ai figli il gruppo CIR, che è agli effetti della sentenza l'unico intestatario del maxi-indennizzo della Mondadori. Probabile quindi che i piani di esubero e razionalizzazione che stanno coinvolgendo il mondo dell'editoria proseguano anche all'Espresso, malgrado il monumentale risarcimento per il Lodo Mondadori. Nel frattempo, almeno per un giorno i due titoli-simbolo della sfida giudiziaria, Mediaset e Cir, in Borsa sono stati accomunati da un calo: per Mediaset è la seconda flessione consecutiva (oltre -3%), ma anche Cir ha pagato i realizzi dell'altro ieri chiudendo a -2,5%.

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