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Ha vinto la Kyenge:basta 'padre' e 'madre'c'è solo 'genitore'

Il ministro "ordina", la rossa Bologna è la prima a eseguire: sui documenti comunali sarà usato solo il termine neutro

Matteo Legnani
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Bologna bandisce «padri» e «madri». Al loro posto sui moduli per i servizi educativi si useranno i termini - politically correct - «genitore richiedente» e «altro genitore». La giunta si piega così al volere di Sel che non si è lasciata scappare la ghiotta occasione di mutuare l'ultimo trovata stronca-famiglia. Perché quel «padre» e quella «madre» piazzati sui documenti in carta richiesti dal comune per presentare le domande di iscrizione a nidi e asili per il popolo dell'ultrasinistra risultavano «discriminatori». La proposta, per la verità, non porta la firma dei vendoliani felsinei. Arriva dritta da Venezia dove nei giorni scorsi Camilla Seibezzi, delegata del sindaco Giorgio Orsoni per le pari opportunità, ha avanzato l'illuminata proposta di sostituire a mamma e papà i termini «genitore 1» e «genitore 2», per non fare torto alle coppie omosessuali, che diversamente avrebbero corso il rischio di sentirsi di serie «B». Inutile dire che l'idea è piaciuta tantissimo al ministro Cécile Kyenge che fieramente nei giorni scorsi ha affermato di essersi «sempre battuta per le pari opportunità» e si è detta pronta - anche in questo caso - a garantire appoggio all'iniziativa. Così, sull'onda dell'eco nazionale, a Bologna Sel ha voluto fare la prima della classe. Leggi l'approfondimento di Filippo Manvuller su Libero in edicola mercoledì 18 settembre

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