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Prete gabbato dalla prostituta:"Paga, o diffondo i video hard"Ma quelle clip non esistono...

Lui vuole interrompere la frequentazione, lei non ci sta, lo minaccia e gli estorce 350mila euro: arrestata. Per il porporato danno e beffa

Francesca Canelli
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Si conoscono nel confessionale della chiesa della Consolata, a Torino. Lei si chiama Ramona, è una 28enne di etnia rom, lui ha poco meno di 80 anni, ed è un prete. I due iniziano a parlare, lei gli racconta i peccati, poi i segreti e le passioni che la turbano. Poi escono fuori i problemi economici della giovane, sempre in bolletta, e nello stesso tempo inizia anche una relazione sentimentale tra i due. Lui la paga, e anche bene, per le prestazioni. Dal 2009 al 2011 a storia va avanti senza intoppi. Ma poi al prete la situazione comincia ad andare stretta, e tronca la storia.  Il ricatto - Così Ramona si impaurisce, teme di perdere le sue entrate che un giorno le permetteranno di tornare nel suo paese. E inizia a ricattare l'amante. 320 mila euro in bonifici nel giro di due anni, più circa 30 mila in contanti: queste le fantasmagoriche cifre che il prete è costretto a versare. Dove prenda i soldi, non si sa. Ma la paura che i filmini hard che la donna affermava di possedere sono bastati a fargli "sborsare" le migliaia di euro. Filmini che in realtà Ramona non aveva: oltre al danno, la beffa. La denuncia - Per paura che la verità venisse a galla, per oltre due anni il sacerdote le ha spedito il denaro, anche quando lei era tornata in Romania, dal 2011. La donna, sentita in procura dal pm Padalino, in realtà ha ammesso di averlo minacciato solo nell'agosto del 2013, durante l'ultima richiesta che ammontava a 50mila euro. È stato proprio durante la scorsa estate, dopo l'estorsione, che il prete - attualmente in servizio presso la chiesa di S. Rita, nel capoluogo sabaudo - ha deciso di andare dai carabinieri della compagnia San Carlo di Torino. Esasperato, e senza più un euro in banca, ha confidato ai militari le minacce subite, ma non se l'è sentita di fare mettere a verbalizzare le sue dichiarazioni. Quando è stato interrogato, poco tempo dopo, invece ha risposto a tutte le domande dando la svolta all'inchiesta. La trappola - Gli inquirenti gli hanno consigliato di non dare i soldi alla ex amante, che continuava a telefonargli dalla Romania, ma di continuare a risponderle e di non troncare i rapporti. Così, quando è tornata in Italia, gli inquirenti si sono messi sulle sue tracce. Seguendo il fratello hanno scoperto dove viveva. E hanno fatto irruzione in un appartamento di corso Giulio Cesare. Interrogata, la donna ha raccontato al magistrato la sua relazione clandestina, e ha ammesso l'ultimo episodio di estorsione. Il giudice deve ancora esprimersi sulla convalida del fermo.

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