Roma, giudice rimanda a casa il vicino-pedofilo Per la bimba ricomincia l'incubo
Condannato in secondo grado, aveva il divieto di domicilio nell'ex appartamento Ora può tornare a casa, vicino alla vittima
Un incubo durato tre anni. Una bambina violentata fisicamente e psicologicamente dal suo vicino di casa, al quale la mamma la lasciava, inconsapevole di quello che accadeva nell'appartamento di Roma. Sembrava tutto finito, - scrive Repubblica - invece l'incubo ricomincia. Nel 2011 l'uomo fu condannato a tre anni di reclusione (tramutati in domiciliari per anzianità) per pedofilia: ora la Corte d'Appello di Roma ha revocato il divieto di dimora. Ciò significa che l'uomo può tornare a vivere accanto alla sua vittima. La bimba, ormai di 13 anni, ricomincia a non dormire la notte, a non voler più uscire di casa. Il pedofilo, "lo zio", come lo chiamavano affettuosamente prima di sapere, era stato condannato con rito abbreviato. Poi aveva violato il divieto d dimora nei pressi dell'abitazione della bimba. Il divieto viene esteso a tutto il Lazio. A maggio 2013 la condanna viene confermata in secondo grado. A luglio la marcia indietro: i magistrati revocano il divieto di dimora per la caduta delle esigenze cautelari, dato "il tempo trascorso dall'adozione della misura" e "l'età avanzata dell'imputato". La mamma della bambina è disperata: porta sua figlia lontano da Roma. "Il rientro a casa del ... che abita proprio sopra il suo appartamento, ha portato ad un nuovo, improvviso e grave peggioramento del suo stato emotivo ... si rifiuta di uscire da casa, ha disturbi del sonno, ha paura di vederlo e di incontrarlo nel timore che possa farle ancora del male...", scrive in un referto la neuropsichiatra che dopo le violenze ha in cura la bambina da due anni e mezzo. Ma la legge è legge.