I sostenitori del Cav non capiscono subito: prima esultano poi si deprimono
I fan di Berlusconi accolgono la lettura della sentenza con un boato. Poi però realizzano che il Palazzaccio ha usato la mano pesante
Un grido di esultanza si è levato dalla folla che si era radunata in via del Plebiscito, raccolta dietro le transenne messe dalle forze dell'ordine. Grida di gioia alla lettura della sentenza della Cassazione sul processo Mediaset, che rinvia la pena accessoria prevista dalla sentenza d'appello, ovvero l'interdizione (stabilita in appello in 5 anni, ora da rimodulare tra uno e tre anni). Dietro le transenne sventolavano alcune bandiere di Forza Italia. La notizia, come detto, viene accolta con un boato. Poi i dubbi. Interdizione annullata? No, affatto. E per giunta il Cav è stato condannato. Così passano pochi minuti e le persone si rendono conto che il Palazzaccio, su Silvio, ha picchiato giù durissimo: quattro anni di condanna. Una condanna definitiva: non era mai successo. E il silenzio cala sulla piazza. Nello stesso tempo a piazza Cavour andava in scena la festa di chi nella condanna ci sperava, di chi tifava per le manette. In particolare, il coordinamento di cittadini guidato da Gianfranco Mascia, che ora chiede che "la giunta del Senato proceda per l'interdizione dai pubblici uffici". Davanti alla Corte di Cassazione erano assiepate circa un centinaio di persone tra curiosi e attivisti del Popolo Viola. Qualcuno esponeva cartelli con la scritta "Nessuno è più uguale degli altri". Quindi altri fogli con l'immagine di Berlusconi e la scritta "Giustizia è fatta".