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Mediaset, Ghedini: "Non c'è la prova del reato"

Niccolò Ghedini

Andrea Tempestini
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In Cassazione è la giornata della difesa. Il processo Mediaset, Silvio Berlusconi, il futuro del Cav. E del governo. In aula hanno preso la parola gli avvocati difensori degli imputati. Il primo a parlare è stato Luca Mucci, il legale di Daniele Lorenzano. Gli ultimi i difensori dell'ex premier, condannato in primo e secondo grado a quattro anni di reclusione per frode fiscale e a cinque di interdizione dai pubblici uffici (il pg ha chiesto la riduzione dell'interdizione a tre anni). "Incubo notturno" - Nell'arringa Franco Coppi è stato tranchant: "Non è stata raccolta nessuna prova". Quindi Niccolò Ghedini, che ha definito il processo Mediaset "il mio incubo notturno" e ha aggiunto che "manca nel tessuto della sentenza un elemento probatorio che Berlusconi possa aver partecipato al reato proprio". Ghedini ha ribadito più volte che "non abbiamo avuto la possibilità di difenderci. Questo processo lo abbiamo vissuto sulla scansione della prescrizione, abbiamo fatto udienze nei giorni più disparati e con grande fretta". Le vecchie sentenze - Sempre Ghedini ha rimarcato come "ci sono anche sentenze della Cassazione che dicono che Berlusconi non gestiva le aziende (il riferimento è al processo Mediatrade, ndr), e queste non sono state prese in considerazione. Se Berlusconi non gestiva le aziende - sottolinea l'avvocato - non poteva decidere sugli ammortamenti", uno dei capisaldi dell'accusa. "Sostengono il procuratore generale e la Corte d'Appello che Berlusconi non poteva non ravvedersene - ha proseguito Ghedini -: dicono che era un buon imprenditore, come poteva non avvedersi dei ricavi gonfiati? Spero che quello del non avvedersi non diventi un nuovo principio giurisprudenziale e che non venga accolto da questa corte". "Sentenza da annullare" - Nella parte conclusiva della sua arringa, Franco Coppi ha ribadito: "Chiediamo che la sentenza di condanna venga annullata perché il fatto così come è contestato non costituisce reato e non è previsto dalla legge come tale". E ancora: "L'abuso del diritto in mancanza della violazione di una specifica norma antieluisva non è infatti penalmente rilevante".   I tempi - Ora tutta l'attesa è per il verdetto: scarse, pressoché nulle le possibilità che arrivi nella serata di mercoledì. La pronuncia della sezione feriale della Corte di Cassazione è atteso per giovedì pomeriggio. Dopo la conclusione delle arringhe degli avvocati difensori, hanno spiegato fonti della Cassazione, il collegio tornerà a riunirsi in camera di consiglio giovedì mattina intorno a mezzogiorno, dopo aver tenuto una breve udienza, alle 10, per altre cause già fissate. Franco Coppi ha fatto sapere che, comunque, Berlusconi non si presenterà in Cassazione.

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