Provenzano, stop al carcere duro per motivi di salute
Il bollettino medico: "Non si muove e non parla". La procura: "Impossibile che interagisca con le cosche"
Per motivi di salute è stato revocato il regime di 41 bis al Bernardo Provenzano: stop al carcere duro riservato ai detenuti più pericolosi incarcerati per reati di criminalità organizzata. Peggiorano infatti le condizioni di salute del boss, ricoverato nel reparto detenuti dell'ospedale di Parma dagli inizi di giugno. Secondo quanto riferito dal suo legale, Rosalba Di Gregorio, il bollettino medico dell'ospedale - riferito al figlio nella mattinata di venerdì 26 luglio - parla di un "soggetto ipocinetico, con un eloquio - quando presente - incomprensibile, come emerso anche da una consulenza neuropsichiatrica e neurologica del 15 luglio scorso". Provenzano presenterebbe uno stato di coscienza alterato e non sarebbe in grado di essere spostato dal letto, nemmeno per una breve permanenza su una sedia. Le motivazioni - Il legale del boss, proprio per i gravi motivi di salute in cui versa il suo assistito, aveva sollecitato al Guardasigilli la revoca del regime di 41 bis e, al tribunale di sorveglianza di Bologna, la sospensione dell'esecuzione della pena. Il parere favorevole alla revoca del 41 bis è arrivato dalle procure di Palermo e Caltanissetta, che motivano la decisione spiegando che l'ex padrino è affetto da un irreversibile deficit cognitivo, e dunque non è in grado di comunicare con le cosche. L'avvocato Di Gregorio, all'agenzia di stampa Adnkronos, ha spiegato: "Ho fatto un'istanza nel mese di febbraio, subito dopo la perizia. D'altra parte il parere è in piena conformità con il dettato normativo, date le sue gravissime condizioni di salute".