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Ablyazov, Bonino: "Espulsione ambasciatore kazako? Attenta alle reazioni"

Emma Bonino

Il ministro degli Esteri: "Abbiamo saputo della condotta di Yelemessov solo l'8 luglio". L'Interpol: "Falso il passaporto centrafricano della Shalabayeva"

Giulio Bucchi
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Il braccio di ferro tra Italia e Kazakistan sul caso Ablyazov, per il momento, non parte nemmeno. A confermarlo, di fatto, è stato il ministro degli Esteri Emma Bonino, intervenuta alla Commissione Esteri di Camera e Senato per illustrare la posizione della Farnesina sul caso di Alma Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako prelevata lo scorso maggio nella sua villa romana di Casal Palocco e rispedita con la figlia in patria nel giro di 48 ore. Secondo le ultime ricostruzioni, è sempre più chiaro il ruolo centrale dell'ambasciatore di Astana in Italia, Andrian Yelemessov, che avrebbe prima fatto pressioni per il blitz direttamente sul Viminale. Frenata sull'espulsione - "E' una vicenda di grande delicatezza, sulla quale si impone la massima chiarezza: una vicenda che tocca aspetti di grandissima rilevanza per il nostro Paese e per i suoi valori fondamentali", ha spiegato la Bonino, ribadendo come sia solo dallo scorso 8 luglio, con il rapporto del capo della Polizia Pansa, "che si è avuta certezza dell'inaccettabile comportamento" di Yelemessov. Che, per inciso, oltre alle pressioni si è anche negato alle autorità italiane, una volta scoppiato lo scandalo, sostenendo di essere in ferie. Molti chiedono l'espulsione dell'ambasciatore kazako dall'Italia, ma la Bonino frena: "Si agisce da governo a governo, si deve evitare almeno in questa prima fase che una serie di azioni e reazioni molto probabili indebolisca la nostra struttura diplomatica ad Astana". La reazione molto probabile cui allude la Bonino potrebbe essere l'espulsione dl nostro ambasciatore in Kazakistan, fondamentale per la gestione di rapporti economici cruciali quale la fornitura di gas da cui dipende gran parte del fabbisogno energetico italiano. Non a caso, il vicepremier kazako Yerbol Orynbayev da Bruxelles ha sottilmente minacciato: "Quello che ha detto il ministro è il suo punto di vista, vediamo se c'è una decisione ufficiale e poi reagiremo". Il giallo del passaporto falso - Resta il fatto, ha sottolineato il ministro, delle "intrusioni kazake" nel prelevamento della Shalabayeva e la sua espulsione-lampo. "Ritengo evidente che la qualità dei nostri rapporti dipenderà dalla disponibilità di Astana a scendere sul terreno dei diritti civili". La donna potrebbe essere usata dal presidente Nazarbayev come arma di ricatto nei confronti del marito, Mukhtar Ablyazov, nemico dichiarato del regime. Orynbayev ha aperto a un possibile ritorno della Shalabayeva in Italia, dietro la garanzia per le autorità kazake di poter interrogare la donna. C'è un problema, però, sollevato da Astana: la moglie di Ablyazov richierebbe in Italia 4 anni di carcere perché avrebbe utilizzato un passaporto falso. E' quanto afferma l'Ufficio Interpol del Centroafrica: la donna ha due passaporti, uno kazako e l'altro della Repubblica Centrafricana, il cui governo ha rivendicato la regolarità del documento. Ora però l'Interpol attacca: "Nei due passaporti intestati alla signora Alma - spiega il dipartimento - risultano due luoghi di nascita differenti e in più quello indicato nel passaporto della Repubblica Centrafricana risulta addirittura inesistente".  

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