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Disoccupati, anziani, impiegatiMai così tanti poveri in Italia

Nicoletta Orlandi Posti
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L'incubo di diventare poveri è diventato realtà per molti italiani. Persone che prima vivevano in maniera dignitosa ora sono letteralmente ridotti alla fame impossibilitati a provvedere anche ai bisogni essenziali. Lo rivela l'Istat che fotografa una situazione drammatica in cui sono costrette a vivere un numero sempre maggiore di persone. I poveri in Italia sono aumentati, anzi non sono mai stati così tanti dal 2005: nel 2012 ne sono stati contati 9,5 milioni e di questi quelli privi della capacità di spesa per beni e servizi essenziali sono 4 milioni e 814mila, ovvero 3 milioni e 232 mila di famiglie italiane in condizioni di povertà relativa, pari al 12,7% del totale. Tra queste, il 6,8%, cioè 1 milione e 700 mila, sono ancora più povere e la percentuale è passata dal 5,7% del 2011 all'8% del 2012. Chi sono i poveri oggi - La soglia di povertà relativa, per una famiglia di due componenti, è pari a 990,88 euro, circa 20 euro in meno di quella del 2011 (-2%). L'incidenza di povertà assoluta aumenta tra le famiglie con tre (dal 4,7% al 6,6%), quattro (dal 5,2% all'8,3%) e cinque o più componenti (dal 12,3% al 17,2%); tra le famiglie composte da coppie con tre o più figli, quelle in povertà assoluta passano dal 10,4% al 16,2%; se si tratta di tre figli minori, dal 10,9% si raggiunge il 17,1%. Aumenti della povertà assoluta vengono registrati anche nelle famiglie di monogenitori (dal 5,8% al 9,1%) e in quelle con membri aggregati (dal 10,4% al 13,3%). Oltre che tra le famiglie di operai (dal 7,5% al 9,4%) e di lavoratori in proprio (dal 4,2% al 6%), la povertà assoluta aumenta tra gli impiegati e i dirigenti (dall'1,3% al 2,6%) e tra le famiglie dove i redditi da lavoro si associano a redditi da pensione (dal 3,6% al 5,3%). La crescita dell'incidenza di povertà assoluta è tuttavia più marcata per le famiglie con a capo una persona non occupata: dall'8,4% è salita all'11,3% se in condizione non professionale, dal 15,5% al 23,6% se in cerca di occupazione. Le dinamiche della povertà relativa confermano molti dei peggioramenti osservati per la povertà assoluta: famiglie con uno o due figli, soprattutto se minori (dal 13,5% al 15,7% quelle con un minore, dal 16,2% al 20,1% quelle con due); famiglie con tutti i componenti occupati (dal 4,1% al 5,1%), con occupati e ritirati dal lavoro (dal 9,3% all'11,5%), con persona di riferimento dirigente o impiegato (dal 4,4% al 6,5%, particolarmente marcata tra gli impiegati), ma soprattutto in cerca di occupazione (dal 27,8% al 35,6%). L'unico segnale di miglioramento si osserva in termini relativi per le persone anziane sole (l'incidenza passa dal 10,1% all'8,6%), probabilmente anche perchè hanno un reddito da pensione, per gli importi più bassi adeguato alla dinamica inflazionistica.  Aumentano le richieste di aiuto - Sono aumentate del 9 per cento le famiglie che hanno chiesto aiuto per mangiare con un totale di ben 3,7 milioni di persone assistite con pacchi alimentari e pasti gratuiti nelle mense. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione della diffusione dei dati Istat nel report 'La povertà in Italia' nel 2012'. Molte famiglie sono cadute in povertà con tanti bambini e anziani che - sottolinea Coldiretti - hanno difficoltà economiche anche per garantirsi da mangiare, sulla base dal Piano nazionale di distribuzione degli alimenti agli indigenti nel 2012 realizzato da Agea.

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