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Ilva, Bondi: "La colpa dei tumori è delle sigarette"

Il commissario incaricato dal governo di rivedere la spesa

Il commissario straordinario in una nota: "La disponibilità di bionde in passato era più alta, quindi...". Monta la protesta: piovono le richieste di dimissioni

Francesca Canelli
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L'aumento di casi di tumori a Taranto non è dovuto all'inquinamento, come invece sottolineato dalle relazioni consegnate dai periti alla magistratura, ma dal consumo di sigarette. Questo il concetto che emerge nella lettera inviata dal commissario straordinario dell'Ilva, Enrico Bondi al presidente della regione Puglia, Nichi Vendola, oltre che all'Arpa Puglia, all'Ares Puglia e all'Asl di Taranto. Con questo Bondi, che il governo ha designato come commissario straordinario per il termine di tre anni, a modo suo, cerca di allontanare i dubbi sul presunto legame tra l'aumento dell'incidenza dei tumori e lo stabilimento siderurgico Ilva. Ma le parole del commissario innescano un'aspra polemica.   La lettera - "E' erroneo e fuorviante attribuire gli eccessi di patologie croniche oggi a Taranto a esposizioni occupazionali e ambientali occorse negli ultimi due decenni. - si legge nella nota - E' noto che a Taranto, città portuale, la disponibilità di sigarette era in passato più alta rispetto ad altre aree del Sud Italia dove per ragioni economiche il fumo di sigaretta era ridotto fino agli anni '70". Le reazioni - Si rivolta Nichi Vendola, che definisce "inaccettabili" gli argomenti di Bondi e conferma tutti i suoi dubbi "sull'affidare a lui il ruolo di commissario dell'Ilva". Aggiunge: "Mi sarei aspettato dal commissario una più netta presa di distanza dall'approccio negazionista che l'Ilva ha tenuto negli ultimi vent'anni. Come temevo, invece, le osservazioni di Bondi commissario non sembrano molto diverse da quelle di Bondi amministratore delegato". Ermete Realacci,  presidente onorario di Legambiente ed esponente del Pd,  ha osservato che "è ovvio che anche a Taranto saranno morte tantissime persone per il fumo, come in tutta Italia, ma il problema è il peso aggiuntivo che in questa vicenda ha avuto l'inquinamento dell'Ilva". Più dura la posizione del M5S, dei Verdi e di Rifondazione Comunista, che chiedono le dimissioni del commissario. "Se l'amministratore delegato dei Riva, che oggi amministra l'azienda per conto dello Stato, ignora i fatti - osservano ancora i deputati pugliesi del movimento Cinque Stelle - si comprende che la sua azione non e' volta ne' a tutelare l'ambiente, ne' tantomeno la salute dei cittadini. Chiediamo le dimissioni di Bondi e che il ministro della Salute venga a riferire in Parlamento sulle sue gravi affermazioni". La smentita - Arriva la smentita da parte di Bondi: "Non ho mai detto, né scritto che 'il tabacco fa più male delle emissioni dell'Ilva'  Le emissioni inquinanti dello stabilimento Ilva di Taranto hanno, a quanto risulta da indagini svolte in sede scientifica e dagli accertamenti disposti della magistratura, avuto rilevanti impatti anche sanitari", afferma nella nota Bondi. "Del resto sono stato chiamato, con un decreto legge che non ha precedenti in Italia, ad assicurare l'attuazione delle prescrizioni dell'Autorizzazione ambientale integrata e di altre misure di risanamento ambientale perché la preoccupazione  per tale stabilimento rimane alta." 

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