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Papa Bergoglio, riforma la giustizia penale

Papa Francesco

Carcere a vita sostituito dalla pena fino a 35 anni, stretta sulla corruzione

Lucia Esposito
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Il Papa cambia la giustizia penal del Vaticano. Abolito l'ergastolo e pene più severe contro i minori e il riciclaggio: queste, in sintesi, le principali novità. La giustizia del Vaticano era ferma - per molti aspetti - al Codice Zanardelli, adottato nel 1929 all'indomani dei Patti Lateranensi che istituirono la Città del Vaticano. Per questo, ad esempio, Paolo Gabriele, il maggiordomo infedele di Papa Ratzinger, fu giudicato solo per il reato di furto, l'unico applicabile al suo caso nelle norme in vigore che non prevedevano l'attentato alla sicurezza dello Stato. Mutu proprio -  Le leggi varate da Francesco con un Motu Proprio sono "in continuità con le azioni intraprese a partire dal 2010 durante il pontificato di Papa Benedetto XVI", che riguardavano in particolare le misure contro il riciclaggio di denaro e il terrorismo internazionale, ma hanno contenuti più ampi, provvedendo all'attuazione di molteplici Convenzioni internazionali, tra le quali possono ricordarsi: le quattro Convenzioni di Ginevra del 1949 contro i crimini di guerra; la Convenzione internazionale del 1965 sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale; la Convenzione del 1984 contro la tortura ed altre pene, o trattamenti crudeli, inumani o degradanti; la Convenzione del 1989 sui diritti del fanciullo ed i suoi Protocolli facoltativi del 2000.     La riforma -  "Questi interventi normativi - sottolinea la Sala Stampa della Santa Sede - si collocano nella direzione di un aggiornamento volto a dare maggiore sistematicità e completezza al sistema normativo vaticano". Papa Francesco ha deciso di abolire la pena dell'ergastolo, sostituendola con la pena della reclusione da 30 a 35 anni. Previsto, però, l'aumento delle pene per la sottrazione di documenti riservati dagli uffici vaticani, qualora i documenti abbiano particolare rilievo. La riforma della giustizia del Vaticano comprende una ridefinizione della categoria dei delitti contro i minori nella quale sono da segnalare: la vendita, la prostituzione, l'arruolamento e la violenza sessuale in loro danno; la pedopornografia; la detenzione di materiale pedopornografico; gli atti sessuali con minori. Si tratta dunque di un importante passo in avanti anche nella lotta contro gli abusi sessuali - fortemente perseguita da Benedetto XVI nel suo Pontificato e che Francesco intende portare avanti - dal momento che sono sottoposti alle nuove norme non solo tutti gli officiali e dipendenti della Curia Romana ma anche i nunzi apostolici ed il personale di ruolo diplomatico della Santa Sede, nonché i dipendenti di organismi e istituzioni collegati alla Santa Sede indipendentemente dal fatto che si trovino sul territorio dello Stato della Città del Vaticano. Delitti contro l'umanità - Nella riforma, poi, sono state introdotti reati relativi ai delitti contro l'umanità, cui è stato dedicato un titolo a parte: sono previste, tra l'altro, la specifica punizione di delitti come il genocidio e l'apartheid, sulla falsariga delle disposizioni dello Statuto della Corte penale internazionale del 1998. Infine - in conformità con quanto stabilito dal diritto internazionale - è  stato esplicitamente previsto il delitto di tortura. Le nuove leggi risultano applicabili anche ai nunzi apostolici ed al personale di ruolo diplomatico della Santa Sede, nonchè ai dipendenti di organismi e istituzioni della Curia Romana o a essa collegati indipendentemente dal fatto che si trovino sul territorio dello Stato della Città del Vaticano. "Tale estensione - viene precisato - ha lo scopo di rendere perseguibili da parte degli organi giudiziari dello Stato della Città del Vaticano i reati previsti in queste leggi, anche nel caso in cui il fatto fosse commesso al di fuori dei confini dello Stato stesso".      

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