Lumen Fidei, l'enciclica dei due PapiIl matrimonio, la fede, la vita
Il documento è firmato da Papa Francesco ma è stata scritta a quattro mani con il suo predecessore Benedetto XVI
L' Enciclica "Lumen Fidei" pubblicata oggi è firmata "Franciscus" ed è quella iniziata da Benedetto XVI: per questo il nuovo Papa ha parlato - in un recente discorso al Consiglio della Segreteria del Sinodo - di un lavoro "a quattro mani". Una definizione spiegata nel testo mettendo bene in chiaro a che è effettivamente attribuibile ad entrambi, aggiungendosi dichiaratamente "a quanto Benedetto XVI ha scritto nelle Lettere encicliche sulla carità e sulla speranza". "Egli - continua Francesco - aveva già quasi completato una prima stesura di Lettera Enciclica sulla fede. Gliene sono profondamente grato e, nella fraternità di Cristo, assumo il suo prezioso lavoro, aggiungendo al testo alcuni ulteriori contributi"". L'amore e il matrimonio - Promettere un amore che sia per sempre, è possibile quando si scopre un disegno più grande dei propri progetti, che ci sostiene e ci permette di donare l'intero futuro alla persona amata". Lo assicura l'Enciclica "Lumen fidei" scritta a quattro mani da Benedetto XVI e Papa Francesco, come quest'ultimo ha spiegato nel suo recente discorso al Consiglio della Segreteria del Sinododo. L'Encilica "Lumen fidei" descrive in termini molto poetici l'amore di coppia che si stabilizza nel matrimonio. "E' come se nella famiglia - spiega il testo - si preannunciasse il tema musicale della fede, e ne venisse predisposta la sinfonia". "Penso anzitutto - scrive Francesco, ma anche in questo passaggio le parole sono molto ratzingeriane - all'unione stabile dell'uomo e della donna nel matrimonio. Essa nasce dall'esperienza responsabile della bontà della differenza sessuale, per cui i coniugi possono unirsi in una sola carne e si rendono capaci di generare una nuova vita, riconoscendo la bontà del Creatore, la sua saggezza e il suo disegno di amore". Un amore falso non supera la prova del tempo". L'innamoramento - L'Enciclica dedica un lungo capitolo al tema dell'amore di coppia, contestando la visione odierna dell'esperienza dell'innamoramento "come qualcosa di soggettivo, improponibile come verità valida per tutti". "L'amore - osserva il documento scritto a quattro mani da Benedetto XVI e Papa Francesco - risulta oggi esperienza privata, legata al mondo dei sentimenti incostanti e non più alla verità". "Davvero - si chiede il testo - questa è una descrizione adeguata dell'amore?". "Si deve dire, al contrario - afferma - che l'amore non si può ridurre a un sentimento che va e viene". Amore e verità non si possono separare: senza amore, la verità diventa fredda, impersonale, oppressiva per la vita concreta della persona". "La verità che cerchiamo, quella che offre significato ai nostri passi - si legge nel testo pubblicato oggi - ci illumina quando siamo toccati dall'amore". Infatti, "l'amore stesso è una conoscenza, porta con sè una logica nuova: un modo relazionale di guardare il mondo, che diventa conoscenza condivisa, visione nella visione dell'altro e visione comune su tutte le cose". Uguaglianza tra uomini - "L'amore inesauribile del Padre - ricorda l'Enciclica - ci viene comunicato, in Gesù, anche attraverso la presenza del fratello. La fede ci insegna a vedere che in ogni uomo c'è una benedizione per me, che la luce del volto di Dio mi illumina attraverso il volto del fratello. Quanti benefici ha portato lo sguardo della fede cristiana alla città degli uomini per la loro vita comune!". Secondo il documento dei due Papi, solo "grazie alla fede abbiamo capito la dignità unica della singola persona, che non era così evidente nel mondo antico". "Al centro della fede biblica - si legge nel testo - c'è l'amore di Dio, la sua cura concreta per ogni persona, il suo disegno di salvezza che abbraccia tutta l'umanità e l'intera creazione e che raggiunge il vertice nell'Incarnazione, Morte e Risurrezione di Gesù Cristo". "Quando questa realtà viene oscurata, viene a mancare - denuncia l'Enciclica - il criterio per distinguere ciò che rende preziosa e unica la vita dell'uomo. Egli perde il suo posto nell'universo, si smarrisce nella natura, rinunciando alla propria responsabilità morale, oppure pretende di essere arbitro assoluto, attribuendosi un potere di manipolazione senza limiti". Invece, se lo si accoglie nei cuori, "il Dio affidabile dona agli uomini una città affidabile". Omaggio a Ratzinger - L'Enciclica pubblicata oggi rappresenta dunque anche un nuovo omaggio del successore a Papa Benedetto, del quale appena domenica scorsa all'Angelus Francesco aveva parlato come di "un meraviglioso esempio", definendolo "nostro padre". "Il Papa Benedetto XVI - erano state le sue parole testuali - ci ha dato un grande esempio, quando il Signore gli ha fatto capire, nella preghiera, quale era il passo che doveva compiere". Il Pontefice emerito "ha seguito, con grande senso di discernimento e coraggio, la sua coscienza, cioè la volontà di Dio che parlava al suo cuore". "E questo esempio del nostro padre - sono ancora le parole di Francesco - fa tanto bene a tutti noi, come un esempio da seguire". Il nuovo Pontefice, eletto in seguito alla scelta dell'86enne Joseph Ratzinger (che, sentendo venir meno le forze fisiche e d'animo ha voluto rinunciare al Ministero Petrino per il bene della Chiesa) già il 16 marzo riconobbe pubblicamente, era la sua prima udienza, l'azione dello Spirito Santo nella decisione di "Papa Benedetto", come lo ha chiamato in molte occasioni pubbliche di questi mese.