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Pompei, diktat Unesco: "L'Italia risolva l'emergenza entro il 31 dicembre 2013"

Venerdì lo sciopero dei dipendenti, ora l'allarme delle Nazioni Unite: "Carenze strutturali, manutenzione e abusivismo. Fate qualcosa"

Giulio Bucchi
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Lo sciopero di venerdì, il diktat dell'Unesco di sabato. L'estate bollente di Pompei inizia nel peggiore dei modi. Prima, la serrata di tutte le sigle sindacali che venerdì mattina ha lasciato fuori dai cancelli dei siti archeologici di Pompei, Ercolano e Oplontis circa 500 turisti. E ora, l'ultimatum dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per la Cultura, che invita il governo italiano ad adottare entro il 31 dicembre 2013 "misure idonee" per risolvere le emergenze del sito d'epoca romana, alle prese con carenze di organico e pessimo stato di manutenzione e dal 1997 patrimonio mondiale dell'umanità. "L'Unesco  - prosegue il comunicato di Giovanni Puglisi, presidente della Commissione Nazionale Italiana per l'Unesco - ha tempo fino al 1 febbraio 2014 per valutare ciò che farà il governo italiano e rinviare al prossimo Comitato Mondiale 2014 ogni decisione. Come al solito la fretta fa i gattini ciechi. Quindi l'iter è ben delineato". Carenze strutturali e abusivismo - "Una commissione Unesco ha presentato una relazione fatta in loco a Pompei nel gennaio scorso - ha precisato Puglisi - e in questa relazione si mettono in evidenza, in maniera molto documentata, le carenze strutturali (infiltrazioni d'acqua, mancanza di canaline di drenaggio) e i danni apportati dalla luce (ad esempio alcuni mosaici andavano preservati dalla luce)". "Sono inoltre segnalate costruzioni improprie - prosegue la nota - non previste dal precedente piano e la mancanza di personale. Inoltre entro il 1° febbraio del 2014 , secondo tale relazione, bisogna delineare una nuova zona di rispetto poichè sono state rilevate intorno ai siti di Pompei e Ercolano delle costruzioni ulteriori, costruite spesso dagli stessi operatori dei siti, in modo che si riparino i siti stessi dagli abusivismi e da cose improprie". Sono circa 8 milioni i turisti che ogni anno visitano gli scavi a poco più di 25 km da Napoli.

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