Vaga di notte a regalare assegniIl giallo del benefattore seriale
Buste da 10mila e 15mila euro nella buca delle lettere di due onlus: "Ma non fate il mio nome"
Un benefattore che si aggira per le strade di Busto Arsizio. E che, restando dietro l'anonimato, ha già fatto due donazioni consistenti. Lunedì è toccato alla casa disabili Brugnoli-Tosi dell'Anffas, che ha ricevuto, durante la festa del santo patrono cittadino, un contributo di 15.000 euro. Il giorno dopo, martedì, è emerso che un altro ente, l'associazione Bianca Garavaglia, ha ricevuto a sua volta in regalo 10.000 euro. Anche se la notizie è arrivata dopo, l'assegno sembra essere stato imbucato la stessa notte. È proprio questa la modalità semplice e sorprendente con cui il misterioso benefattore “colpisce”: imbucando un assegno circolare nella cassetta delle lettere dei rispettivi enti. L'assegno è stato in entrambi i casi inserito in una busta, senza mittente, e con l'indirizzo del destinatario scritto a mano e con una preghiera di mantenere l'anonimato all'interno. «È una cosa straordinaria» ha commentato Claudia Garavaglia, sorella di Bianca (alla quale è intitolata l'associazione che si batte per la ricerca sui tumori infantili). «Di fronte a un gesto così si può dire solo grazie. Ho subito chiamato le dottoresse dell'Istituto tumori di Milano per dir loro che abbiamo un angelo custode che pensa a noi», ha dichiarato alla stampa. In realtà, non è la prima volta che il benefattore anonimo ha “colpito”: già l'anno scorso aveva, nello stesso modo, donato rispettivamente dieci e cinquemila euro alla casa disabili e all'associazione. Quest'anno, quindi, ha incrementato di cinquemila euro per ognuna. Segno che la solidarietà non conosce crisi. Soprattutto se autentica, visto che il “donatore” non intende svelare la propria identità, e quindi non si tratta di una ricerca di notorietà. «La giornata di lunedì è stata una di quelle in cui essere sindaco mi rende felice – commenta il sindaco Gigi Farioli – Busto è una città per natura generosa, e questi due gesti lo confermano. La parte migliore della città non è quella che sale sul palcoscenico, ma è quella che non accampa scuse, si rimbocca le maniche, lavora, pensa alla famigli e poi riesce anche a compiere questi gesti». di Marco Tavazzi