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G8 Genova, Bolzaneto: Cassazione conferma 7 condanne e 4 assoluzioni

I condannati sono agenti e medici: vengono confermate le sentenze in appello. La Corte Suprema esclude il reato di tortura: "Non è previsto dal nostro ordinamento"

Andrea Tempestini
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E' durata otto ore la camera di consiglio in cui i giudici della quinta sezione penale della Cassazione hanno confermato le sette condanne per le violenze nella caserma di Bolzaneto. I fatti sono quelli relativi al G8 di Genova del 2001. I sette condannati sono agenti e medici. Le toghe hanno però assolto in via definitiva quattro persone, appartenenti alle forze dell'ordine, per prescrizione del reato. Sono state contestualmente confermate tutte le altre prescrizioni.  I condannati - I 7 imputati condannati sono l'assistente capo della polizia Luigi Pigozzi (3 anni e 2 mesi), che divaricò le dita delle mano di un detenuto fino a strappare la carne, gli agenti di polizia penitenziaria Marcello Mulas e Michele Colucci Sabia (1 anno) e il medico Sonia Sciandra. Per quest'ultima la Cassazione ha ridotto la pena, assolvendola dal reato di minaccia. Sono state inoltre confermate le condanne a un anno per gli ispettori di polizia Matilde Arecco, Mario Turco e Paolo Ubaldi, che avevano rinunciato alla prescrizione. I fatti - Bolzaneto, dopo i cortei del G8, divenne il luogo in cui avrebbero dovuto essere identificati i fermati e gli arrestati durante le manifestazioni nel capoluogo ligure, che si svolsero tra il 19 e il 22 luglio del 2001. In totale a Bolzaneto furono portate 240 persone secondo i dati ufficiali, ma le testimonianze parlano di 500 persone. Diversi fermati denunciarono violenze e torture psicologiche, tra le quali la costrizione a restare immobili in piedi e la negazione del permesso di andare in bagno. Almeno 300 degli arrestati sostengono di non aver potuto richiedere assistenza legale e di non aver potuto comunicare con i loro parenti. Reato di tortura - La procura di Genova aveva chiesto di contestare agli imputati anche il reato di tortura evitandone così la prescrizione, ma la Cassazione ha bocciato il ricorso. Il motivo è lo stesso che era stato scritto nella sentenza sui fatti avvenuti alla scuola Diaz di Genova, ossia il nostro ordinamento non contempla il reato di tortura.

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