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Imprenditori in mutande contro EquitaliaMa con altri gabellieri non si risparmia

La manifestazione degli imprenditori contro Equitalia

Davanti a Montecitorio la protesta per chiedere il ritorno alla riscossione comunale. Che però ha i suoi lati oscuri

Nicoletta Orlandi Posti
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Contro Equitalia e il fisco che li ha ridotti in 'mutande', scatta la protesta degli imprenditori che davanti a Montecitorio, senza pantaloni, per rendere plasticamente la situazione. Abolire Equitalia e, nelle more, commissariarla è la richiesta che avanzano l'associazione 'Io cambio' e Cobas imprese che, due settimane fa, hanno presentato una domanda di referendum abrogativo in Cassazione. "L'obiettivo è tornare alla riscossione comunale perchè i comuni non hanno interesse a perdere tributi ma hanno anche interesse a fare finire l'ondata di suicidi", ha detto il presidente di 'Io cambio', Angelo Alessandri. Il fisco oggi è diventato "uno strumento vessatorio impossibile da gestire - osservano gli imprenditori - così si aprono tre strade: fallire, delocalizzarsi andando all'estero, per chi può permetterselo, suicidarsi. Tutto ciò va contrastato. Questo palazzo - prosegue Alessandri - indicando uno dei due rami del Parlamento, non è più in grado di capire l'urgenza e ancora perde tempo sulla legge elettorale. Il cambiamento deve venire dal basso. Attraverso una mobilitazione politica, ma popolare. Il Parlamento non ci farà fare il referendum, ma cambierà le regole e allora avremo vinto". "Puntiamo all'abrogazione totale di Equitalia - spiega il presidente di Cobas imprese, Giuseppe Graziani - solo negli ultimi 18 mesi 162 imprenditori si sono suicidati perchè finiti nella morsa di questa società. Dal 2009 al 2013 sono state 48.939 le imprese costrette a dichiarare fallimento. Negli ultimi 5 anni, circa 100mila case sono tate messe all'asta per pignoramenti spesso legati a pretese fiscali ingiuste". Ma passare da Equitalia ad altre società di riscossione non vuol dire automaticamente risparmiare. La ricerca di Mario Sensini sui gabellieri che si propongono ai Comuni che hanno intenzione di abbandonare Equitalia lo dimostra. Sul Corriere della Sera viene descritto il listino della società che incassa le tasse locali e le contravvenzioni per i comuni della Provincia di Trento.  Trentino Riscossioni si prende "venti euro per ogni appuntamento con il contribuente, novanta centesimi per ogni comunicazione inviata ai cittadini (più 20 centesimi a foglio aggiuntivo), un aggio del 23% sulle somme incassate a seguito di accertamento e del 9% sulle riscossioni, che però scatta dopo appena un mese dall'ingiunzione (e non due come nel caso di Equitalia). E poi, ancora, l'1% sull'Imu pagata con bollettino postale, 1 euro per ogni versamento Imu con l'F24, il 9% per la riscossione spontanea delle multe stradali, che può arrivare al 21% se il debitore è straniero, il 23% più 20 euro a pratica per ogni ravvedimento operoso". Equitalia pratica invece un aggio del 9% sull'incasso dei vecchi ruoli e dell'8% su quelli emessi a partire da quest'anno, un costo che va interamente a carico del contribuente se il ritardo del pagamento supera i 60 giorni, altrimenti viene diviso con l'ente creditore. In più il governo ha in cantiere una legge lche consentirebbe la progressiva riduzione dell'aggio fino al 4%. Una percentuale molto bassa se viene considerata quella che il comune di Sperlonga, in provincia di Latina, ha fissato per la riscossione coattiva: 18%. O quelal di Sora, in provincia di Frosinone, dove la base d'asta per l'appalto della riscossione fissata dal comune è del 15%. Più il rimborso delle spese. A Sannicandro, provincia di Napoli, la riscossione dei tributi costa il 15% se è volontaria, il 30% se avviene dopo un atto ingiuntivo.

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