Tre omicidi in un giornoRoma capitale della paura
All'alba freddato un pensionato. Poi un uomo ucciso a Focene. Una sparatoria con morto scuote il litorale
Tre morti in un giorno. A Roma scatta la paura. In due casi, a dodici ore di distanza, si sono consumati due omicidi fotocopia: alle 6.50 e alle 18.40 di ieri due uomini sono stati uccisi da un colpo di pistola alla testa. La polizia parla di «esecuzioni», anche se le vittime erano persone per bene. Intorno alle 20 un'altra pistola ha sparato. Stavolta ad Anzio, litorale romano, dove da un'auto in corsa sono partiti alcuni colpi che hanno ucciso un uomo e ne hanno ferito un altro. Le esecuzioni - Partiamo dall'inizio. Le analogie più importanti sono tra i primi due delitti, uno avvenuto la mattina presto sulla Palmiro Togliatti, estrema periferia est della Capitale, l'altro a Focene, frazione di Fiumicino, a sud di Roma. In entrambi i casi le vittime non hanno avuto il tempo di dire una parola, neanche di aprire la bocca per urlare. I testimoni, però, sia in via Giorgio Morandi sia in via delle Patelle avrebbero visto i killer fuggire in motocicletta. Troppo poco per accomunare i due delitti, tanto che la polizia non pensa affatto che dietro ai due episodi ci sia la stessa mano armata, anche perché le pistole sarebbero differenti, ma gli inquirenti ritengono che in entrambi i casi si possa parlare di «esecuzione». Perché nel linguaggio della malavita certe regole non cambiano: un colpo in testa, per freddare qualcuno, significa «riparare» a uno sgarbo, forse in campo sentimentale, più probabilmente legato a questioni di denaro o ad altri affari andati nel modo sbagliato. Movente incomprensibile - In entrambi i casi il movente non è chiaro e gli investigatori della squadra mobile di Roma, guidata da Renato Cortese, ci stanno lavorando dalle 6.55 di ieri, quando al 113 è arrivata la telefonata di una collega poliziotta che aveva appena trovato un cadavere davanti a un portone del serpentone di cemento che corre lungo via Morandi, alle spalle di Tor Sapienza. Si tratta di Claudio D'Andria, 62 anni, in pensione da due e con una figlia ventenne. Separato, l'uomo, ex usciere e custode del Quinto municipio, il distaccamento di quartiere degli uffici comunali, era tornato a vivere con l'amata madre. I vicini sono concordi nel dare di lui un unico ritratto: tutti riferiscono di «una persona riservata ma cordiale, sempre gentile con tutti». Lo stile di vita di D'Andria era impeccabile, a parte un piccolo precedente di polizia per stupefacenti, una stupidaggine di 9 anni fa che non aveva portato nessuna ombra sulla sua fedina penale. Le buona maniere erano un mantra che Claudio ripeteva agli amici anche su Facebook: «Non è il vestito a farti signore, ma le buone maniere, la gentilezza e il modo in cui ti poni agli altri». Freddato sul portone di casa - Lui ieri era sceso a portare a spasso i cani prima delle 7, come ogni mattina, ma ieri non ha fatto in tempo a far correre i suoi boxer nei giardinetti del Collatino. Davanti al portone ha trovato il killer, che, evidentemente già pronto a fare fuoco, ha sparato un unico proiettile colpendo il pensionato in fronte. D'Andria si è accasciato a terra, circondato dai cani, che sono rimasti a latrare accanto al cadavere. Ora gli investigatori stanno scavando nel passato della vittima. Per prima cosa tra i suoi effetti personali, partendo dagli ultimi contatti avuti attraverso il cellulare: chiamate ricevute ed effettuate, oltre all'analisi dei messaggi che l'apparecchio ancora custodisce. Gli investigatori sono convinti che quel piccolo precedente di polizia non c'entri nulla con l'agguato mortale di un uomo che si dedicava quasi esclusivamente ad accudire l'anziana madre. Alcuni testimoni hanno raccontato di avere sentito lo sparo e, poi, dei passi. Affacciandosi alla finestra, avrebbero visto un ragazzo correre nei giardini di fronte e salire sullo scooter di un complice, con il quale il killer si sarebbe dileguato in mezzo al traffico. La polizia ha già chiesto i filmati delle telecamere posizionate nei dintorni, quelle di banche e caserme, nella speranza che almeno un apparecchio abbia immortalato la fuga degli assassini. Sparo davanti al figlio - Meno di dodici ore più tardi un uomo di 40 anni, Pietro Rasseni, è stato ucciso con un colpo di pistola alla testa, davanti al figlio di dieci anni a Focene, frazione di Fiumicino. L'uomo, con piccoli precedenti penali, era appena rientrato in casa. Ha sentito suonare alla porta, è andato a controllare chi fosse e ha trovato la canna di un revolver davanti agli occhi. Il killer ha sparato all'istante, a bruciapelo, proprio mentre il figlio di Rasseni, un bambino di 10 anni, stava arrivando dietro al padre. Il piccolo lo ha visto crollare a terra e la madre non ha potuto salvarlo da quella scena straziante. Ha solo potuto abbracciare il figlio in lacrime sul corpo del papà. Anche in questo caso, chi ha sentito lo sparo ha parlato di un killer fuggito in scooter. Sangue sul litorale - Infine, intorno alle 20, la paura si sposta 80 chilometri più a sud. Ad Anzio, nella periferia della cittadina del litorale laziale, i carabinieri sono intervenuti per una sparatoria in strada. I due uomini, finiti nel mirino di chi ha organizzato il terzo agguato, ieri sera erano in auto su Corso Italia, quando sono stati raggiunti dai colpi di arma da fuoco. Per uno dei due non c'è stato nulla da fare, mentre l'altro è stato soccorso dal 118 e trasportato in ospedale. Forse oggi, se le condizioni di salute del ferito lo permetteranno, i militari della Compagnia di Anzio sentiranno il sopravvissuto. Anche in questo caso, infatti, il sospetto è che si sia trattato di un regolamento di conti. L'esplodere della violenza si riverbera sulla campagna elettorale per il sindaco di Roma. Il sindaco uscente, Gianni Alemanno, replica alle critiche dello sfidante di centrosinistra, Ignazio Marino: «In tema di sicurezza, temo che Marino rappresenti un ritorno a quel veltronismo che aveva aperto le porte della città a qualsiasi sbandato e a chiunque venisse qui a commettere atti predatori e ad accamparsi abusivamente nella città».