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Mafia, la bufala su via D'Amelio: "Non è l'agenda rossa di Borsellino, ma un parasole"

Nei giorni scorsi la notizia: sul luogo della strage c'erano le carte del magistrato, poi sparite. Ora la smentita. Il legale di Salvatore Borsellino: "E' stato un depistaggio"

Giulio Bucchi
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Non sarebbe l'agenda rossa di Paolo Borsellino, ma parte di un parasole da auto, l'oggetto di forma rettangolare di colore rosso ripreso accanto a un'auto subito dopo la strage di via D'Amelio dai Vigili del fuoco e mostrato nei giorni scorsi, quasi 21 anni dopo l'attentato mafioso del 19 luglio 1992. E' il risultato di un primo accertamento eseguito dalla Polizia scientifica di Roma delegata dalla Procura di Caltanissetta che indaga sulla strage in cui morirono il giudice Borsellino e cinque agenti della scorta. La conferma formale arriverà solo domani, mercoledì 22 maggio, ma come si apprende l'oggetto scambiato in un primo momento per la famosa agenda rossa da cui il magistrato anti-mafia non si separava mai sarebbe un pezzo di parasole usato per i vetri delle auto e finito lì dopo l'esplosione di via D'Amelio. Secondo i rilievi della polizia scientifica, che consegnerà mercoledì gli esiti degli accertamenti eseguiti sulle immagini video registrate dai vigili del fuoco in via D'Amelio, il parasole sarebbe stato spostato per coprire i poveri resti dell'agente di scorta Emanuela Loi. La conferma arriva da ambienti investigativi di Caltanissetta e anche il procuratore Sergio Lari conferma che si "potrebbe trattare di un parasole" ma preferisce "aspettare le conclusioni della polizia scientifica, per questo preferiamo essere   cauti". Più determinato l'avvocato Fabio Repici, legale di Salvatore Borsellino costituitosi parte civile al processo Borsellino quater: ha chiesto al presidente della Corte d'Assise di Caltanissetta, Antonio Balsamo, di citare, fra i testi, il giornalista Francesco Viviano autore dell'articolo pubblicato dal quotidiano La Repubblica che per primo ha dato risalto a quel fotogramma. "Riteniamo - accusa Repici - che questo articolo, con un seguito sul Sky e su Il Giornale, sia un tentativo di intralcio e di condizionamento dall'esterno di questo processo".

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