Kyenge, cittadinanza simbolica a 200 bambini stranieri
Il ministro dell'Integrazione promuove il provvedimento del Comune per i bimbi nati in città: "L'Italia è meticcia, accettatelo"
E' passata poco più di una settimana da quando il ghanese Kabobo ha ucciso, nel quartiere Niguarda, tre persone a colpi di piccone. La polemica non si è ancora placata e mentre la proposta sullo ius soli fa ancora discutere a Milano invece si decide di conferire - presso Palazzo Marino - la "cittadinanza" simbolica a circa 200 bambini nati in città ma da genitori stranieri. Madrina dell'evento il ministro dell'integrazione, Cécile Kyenge, che dalla Sala Viscontea del Castello Sforzesco lancia un appello: "Non abbiate paura del meticciato: la nostra ricchezza parte dalle tante culture che ci troviamo di fronte". La Kyenge coglie l'occasione per promuovere il suo lavoro: "Il mio sarà il ministero dell'interazione, di cui non bisogna temere. Ci sono tante e diversificate proposte in parlamento, segno che l'Italia è pronta ad approfondire senza piegarsi a pregiudizi e schemi ideologici. E' la società che ce lo chiede". L'Italia è meticcia - "Il meticciato è una realtà: nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nelle strade - ha spiegato il ministro - E' la fotografia del Paese ce lo dice, ed è una risorsa e non dobbiamo averne paura". E poi a proposito dell'iniziativa: "Sono qui per ascoltare, perché qui ci sono 200 bambini a cui non si può non dare risposta. A Milano in verità ce ne sono 34mila e un milione nel Paese. Dobbiamo prestare la nostra voce a chi non riesce a parlare e chiedere che le differenze siano una risorsa. E non dobbiamo avere paura di questo". Il razzismo - Il ministro ha poi espresso alcune parole riguardo al razzismo: "Qualunque tipo di violenza è da condannare, in qualunque veste si manifesti. La violenza è violenza" e ha poi sottolineato "La violenza non ha colore, etnia, appartenenza. Siamo tutti uguali davanti alla legge". Alla fine della cerimonia la Kyenge ha voluto salutare la città: "Un applauso a Milano: questa è una pratica da sostenere con forza nel Paese per far capire che siamo tutti cittadini. Per costruire Italia migliore, che sia un Paese accogliente, vanno appoggiate queste buone pratiche".