Iva più cara su caffè, sigarette, scarpeEcco come arriva la stangata di Letta
La sospensione del pagamento dalla rata dell'Imu sulla prima casa è stata accolta con grande soddisfazione dai contribuenti italiani. Ma c'è veramente poco da gioire se, come sembra, il governo si appresta ad aumentare di un punto percentuale l'Iva. Sarà a tutti gli effetti di una fregatura. Il perché è presto spiegato: la tassa sulla prima casa farà risparmiare ai fortunatati che ne possiedono una, una cifra che per il 77% dei proprietari è inferiore ai 300 euro; l'Iva, invece, colpirà indiscriminatamente tutti per dar modo al governo di far cassa: aumenterà infatti il caffè, il succo di frutta, il vino oltre che le scarpe, le sigarette, il tabacco, i mobili, le biciclette, i telefonini, i computer, le connessioni a internet, le palestre, le vacanz, etc... Il rincaro sarà dal 21 al 22% che tradotto in soldoni, secondo alcune proiezioni fatte dalle associazioni dei consumatori, graverà sugli acquirenti fino a 207 euro l'anno in più. Promesse da mantenere - Un suicidio economico che rischia di creare un corto circuito nell'economia del paese. Di questo è ben consapevole il Pdl che ieri, attraverso le parole del capogruppo alla Camera, Renato Brunetta, ha fatto sapere al governo che questo non era nei patti: "Impedire l'aumento dell'Iva", ha tuonato l'ex ministro, "è un impegno programmatico sul quale Letta ha ricevuto la fiducia. E il premier non può aver cambiato programma". "Il problema finanziario esiste", ammette il sottosegretario democratico Paolo Baretta. "Il punto è capire se sia più urgente evitare l'aumento dell'Iva o ridurre la tassazione alle imprese per favorire l'assunzione dei giovani". Enrico Letta da parte sua lo ha già detto: "Prima di tutto il lavoro per i giovani". La stangata, quindi, è dietro l'angolo. Preferite l'abolizione dell'Imu o l'aumento dell'Iva? Vota il sondaggio di Liberoquotidiano.it La stangata - Oltre a al possibile aumento Iva del primo luglio, all'orizzonte ci sono altri aumenti che graveranno sulle famiglie, nel 2013, qualcosa come 734 euro a famiglia. A calcolarlo è la Federconsumatori che sommato i rincari annui per ogni singola imposta a carico di una famiglia media: 45-45 euro per la Tares, 207 euro per l'Iva, 480 euro medi per l'Imu (prima casa esclusa). Ecco il dettaglio: IMU - un decreto del governo ha sospeso il versamento della rata Imu del 16 giugno per la prima casa. La scadenza resta però valida per le seconde e altre case e per gli immobile extralusso. Il governo si è dato tempo fino al 31 agosto prossimo per mettere a punto una riforma complessiva del sistema fiscale sugli immobili. Se però entro quella data non si riuscisse a centrare l'obiettivo, la rata sulla prima abitazione dovra' comunque essere pagata, fissando un nuovo termine al 16 settembre. La sospensione della prima rata vale 4 miliardi di versamento allo Stato. IVA - Dovrebbe scattare il prossimo primo luglio il programmato aumento dell'aliquota standard dell'imposta sui consumi, passando dal 21% al 22%. Un'intervento che vale 2 miliardi e che nelle intenzioni, il governo vorrebbe scongiurare. L'imposta sul valore aggiunto, nell'eventuale maggiorazione, riguardera' vino, birra, carburanti, abbigliamento e altri beni e servizi. Dall'aumento dell'Iva sono esclusi invece i beni di prima necessità, come alimentari, sanità, istruzione, la casa e tutti i beni ai quali si applica l'Iva al 10% o al 4%, o non si applica affatto. TARES - la Tariffa Rifiuti e Servizi è una tassa di scopo sui costi di raccolta e smaltimento rifiuti e altri servizi comunali, calcolata in base alla metratura delle abitazioni e al numero dei componenti. Sostituisce la Tarsu e la Tia, rispetto alle quali comportera' un aumento medio di 0,30 euro al metro quadrato. Dopo una serie di rinvii sulle scadenze, è stato deciso che la maggiorazione di 30 centesimi a mq verrà adottata a partire da dicembre, andando a finire tutta direttamente nelle casse dello Stato.