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La casa è in crisi, ma non per i figli di papà: tutti gli affaroni della Casta

Pier Ferdinando Casini

Imu e mutui non sono un problema per i rampolli di Casini, Mastella, Cossutta, Visco, Andreotti: ecco solo alcuni casi di acquisti da enti pubblici a prezzi di saldo

Giulio Bucchi
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L'edilizia è ferma, l'Imu picchia duro e comprare casa oggi con un mutuo è impresa titanica? Non per le figlie di Pierferdinando Casini, i figli di Clemente Mastella, il figlio di Vincenzo Visco, la figlia di Pietro Ingrao. E quelli di Giulio Andreotti, Francesco Cossiga, Armando Cossutta. Cos'hanno in comune? Sono tutti figli di papà (potenti) e hanno ottenuto casa dagli enti o dalle assicurazioni con lo... sconto.  Di seguito, pubblichiamo un ampio stralcio del libro di Mario Giordano Tutti a casa. Pier Ferdinando Casini non risulta titolare di immobili a Roma, e nella sua Bologna possiede solo piccole frazioni di tre appartamenti (20,5 vani in tutto) ereditati dal padre, insieme alla mamma e ai suoi fratelli. Evidentemente, per chi vive con la figlia del grande costruttore Caltagirone è più difficile trovare una casa politica che una casa da abitare. Eppure anche l'ex presidente della Camera è stato coinvolto in Svendopoli, per una vicenda che ha al centro la sua prima moglie, Roberta Lubich, e le sue figlie. Tutte e tre, infatti, risultano proprietarie di appartamenti a Roma, in una bella palazzina in via Clitunno, che facevano parte del patrimonio Ina-Assitalia, poi assorbito dalle Generali: Roberta Lubich ha 8 vani al pianterreno, più una piccolissima cantina; Carolina Casini ha 8,5 vani al primo piano e Benedetta Casini ha 4,5 vani al terzo piano (entrambi con cantina). Furono acquistati fra l'aprile e il giugno 2007 a prezzi assai convenienti: appena 323.000 euro per il primo (che secondo la stima Cerved vale tre volte tanto, cioè 1.028.976 euro), 586.000 euro per il secondo (che secondo la stima Cerved vale il doppio, cioè 1.093.287 euro) e 306.000 euro per il terzo (che secondo la stima Cerved vale 578.799 euro). Nell'occasione comprò, sempre nella stessa palazzina, anche la mamma di Roberta Lubich, l'allora suocera di Pierferdi: 586.000 euro per un appartamento al secondo piano. Come sia nato questo business di casa Casini l'ha raccontato l'Espresso. Nell'aprile 2007 il palazzo viene venduto dalle Generali a una società creata appositamente per l'occasione da Franco Corlaita, un manager bolognese, di area Udc, amico di Pier Ferdinando. Prezzo: 1.750.000 euro. La procedura è atipica, come scrive il settimanale, perché non vengono venduti i singoli appartamenti agli inquilini, ma l'intero palazzo alla società di Corlaita, che a sua volta rivende dando priorità agli inquilini (con relativi benefici). Ancor più singolare è che ciò avvenga nel palazzo dove risiedono moglie e figlie di Pier Ferdinando, e non invece nel palazzo accanto: quest'ultimo, infatti, viene rivenduto anch'esso in blocco dalle Generali, ma a un altro imprenditore, che al contrario del primo non rivende agli inquilini, bensì li costringe ad andare via. E chi è il costruttore senza cuore? Ironia della sorte: Francesco Gaetano Caltagirone, il nuovo suocero di Casini. [...] Stefano Andreotti, figlio di Giulio, oggi ha 60 anni ed è dirigente presso la Siemens. Nei ritratti collettivi di casa Belzebù è sempre stato ricordato per la sua grande passione per la Lazio, una spina nel fianco del padre romanista, soprattutto durante i derby. Per il resto, su di lui davvero pochi cenni: una vita nell'ombra, senza nessuna concessione alle cronache o al pettegolezzo. E nel silenzio rischiava di passare anche il suo grande affare: l'acquisto della casa di via Panisperna, fra il Quirinale e il Colosseo, nel cuore di Roma. Sono 6 vani al secondo piano, che ha comprato il 27 giugno 2002 dall'Unione immobiliare Spa, la società nella quale era confluito l'immenso patrimonio dell'Ina Assicurazioni, pagandoli appena 226.850 euro. Davvero poco. Anzi pochissimo, se si considera che secondo la stima Cerved quell'alloggio ne vale 832.260, cioè quattro volte di più… Un buon affare con il patrimonio delle assicurazioni lo fa anche Giuseppe Cossiga, figlio dell'ex presidente della Repubblica Francesco. Ingegnere aeronautico, già dirigente della società Autostrade e dell'AdnKronos, poi deputato in Forza Italia e nel PdL, Cossiga junior ha acquistato il 7 maggio 2004 un appartamento dalla Initium, una società creata dalle Generali, insieme con Lehman Brothers, per dismettere il suo patrimonio. L'appartamento si trova in via Ennio Quirino Visconti, dietro Castel Sant'Angelo: 6,5 vani, ingresso, salone, tre camere, due bagni, cucina, ripostiglio, disimpegni, due balconi e box. Prezzo interessante: 590.000 euro più Iva. Secondo la stima Cerved, ne vale almeno 868.000, cioè 300.000 in più. Ma nel dicembre 2012 un appartamento simile nella stessa via viene messo in vendita dalle agenzie a un prezzo ancora più alto (1,3 milioni di euro). Che Cossiga abbia fatto un affare, dunque, è sicuro: a differenza del padre, evidentemente, lui non ama picconare. [...] Amano molto rogitare anche i figli di Mastella, di cui abbiamo già parlato nel primo capitolo per l'affare di via Arenula. Ma non è tutto. Pellegrino, infatti, risulta proprietario anche di un appartamento in via Francesco Milizia, sul Lungotevere Flaminio, che faceva parte del patrimonio Ina e che è passata anch'esso per le Generali e la Initium. Si tratta di 6 vani al quarto piano, comprati nel 2004 alla modica cifra di 300.000 euro (oggi il valore, secondo il Cerved, è più che doppio, 665.808 euro). Anche altri appartamenti dello stesso palazzo di via Milizia sono di proprietà dei membri della Mastella Family, che li hanno comprati, tutti insieme, contemporaneamente, in quel fortunato 2004. In particolare, due sono andati a Elio (5,5 vani al terzo piano per 200.000 euro e un miniappartamento con terrazzo per 67.500 euro), e uno alla sua mamma, Sandra Lonardo in Mastella (10 vani all'ottavo piano con tanto di terrazza e veranda condonata, vista Monte Mario inclusa, al prezzo di 500.000 euro). Inutile dire che anche su questi tre appartamenti è stato realizzato un bel risparmio: quello della signora Sandra, pagato 500.000 euro, risulta avere un valore stimato Cerved superiore al milione (1.109.680, con il 55 per cento di sconto); i 5,5 vani di Elio, pagati 200.000 euro, risultano avere un valore stimato Cerved superiore ai 600.000 euro (610.324, con il 67 per cento di sconto) e il monolocale pagato 67.000 euro vale oggi più di 200.000 euro (221.000, con il 70 per cento di sconto addirittura).  [...]   Maura Cossutta è la figlia del compagno Armando, famiglia di antico comunismo di stampo sovietico. Nella sua vita ha frequentato i pionieri del Pci, i Paesi del Patto di Varsavia, il trotzkismo, Lotta continua e i tovarish del Cremlino. Se n'è andata dal Partito comunista italiano in polemica contro il compromesso storico, troppa moderazione per i suoi gusti. Da consulente del ministro Livia Turco ha portato avanti l'idea di un'etica rigorosamente laica. Epperò, quando ha dovuto scegliere casa, dov'è andata questa (ex) comunista trotzkista e laicista? A due passi dal Papa, in via della Stazione di San Pietro proprio sotto le mura vaticane, all'ombra del celebre colonnato. Anche il laicismo, in fondo, si ferma davanti al business. L'occasione, in effetti, era davvero ghiotta: l'appartamento di 6 vani (ingresso, disimpegno, quattro camere, cucina, due bagni, due balconi più cantina) è diventato suo per soli 165.000 euro (per l'esattezza 164.994,72). Il valore di quell'appartamento, secondo la stima Cerved, è di 605.280 euro. In altre parole: viene venduto a 1500 al metro quadrato contro un valore di mercato che supera i 6000. Un vero affare per un ex parlamentare maestra d'etica, che per altro già gode di ricco vitalizio in virtù del suo passaggio a Montecitorio (4725 euro). Ma chi è che cede un appartamento del genere a questo prezzo d'occasione? Un privato? Macché. Ovviamente si tratta di un ente pubblico: l'Inps, che dismette i suoi immobili tramite la solita Scip. La vendita è collettiva (e per questo scontata): insieme a Maura Cossutta compra casa in via della Stazione di San Pietro anche il notaio Maria Serena Costanzi, che si prende un appartamento più o meno delle stesse dimensioni a un prezzo appena un po' più alto: 170.000 euro. Dal trotzkismo alle case Inps, il collettivismo, come abbiamo già visto, evidentemente paga… Ma c'è chi riesce a fare affari anche seguendo strade più individualiste. Per esempio Gabriele Visco, figlio dell'ex ministro Vincenzo, detto Dracula, un uomo che durante la sua carriera è sempre stato inflessibile con tutti, tranne che con la propria famiglia: Gabriele, infatti, fu assunto a Sviluppo Italia, una società controllata dal Tesoro, nel 2008, quando papà era viceministro del medesimo dicastero. Pura coincidenza, ovviamente. Ma due anni prima di sistemarsi a livello di occupazione, Visco junior si era sistemato anche a livello abitativo: era infatti riuscito a comprare dal Comune di Roma una bella casa nel pieno centro della città, in via del Monte della Farina, a due passi da Campo de' Fiori. Appartamento piuttosto grande: 154 metri quadrati, 6 vani con un'ampia cantina, venuti via a prezzo d'occasione, appena 910.000 euro, davvero pochissimo per la zona (e le dimensioni). Secondo la prudenziale stima. Cerved, infatti, quella casa dovrebbe costare almeno 500.000 euro di più (1.401.400 euro). 

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