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No Tav, blitz in Valdisusa. Caselli: "Atto di guerra". Vertice con Alfano e Lupi

Nella notte assalto di attivisti al cantiere di Chiomonte: fumogeni, bombe carta, ordigni rudimentali. L'allarme di procure e istituzioni: "Sono terroristi, ci poteva scappare il morto"

Giulio Bucchi
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"Un atto di guerra, militarmente organizzato nei dettagli, con un lancio di una quantità industriale di molotov. Solo per un caso non c'è scappato il ferito o addirittura il morto". L'allarme, l'ennesimo, sulla violenza dei No Tav lo ha lanciato il procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli, a poche ore dal blitz notturno del movimento nel cantiere dell'alta velocità a Chiomonte, in Valdisusa. Una aggressione in grande stile, con tanto di rudimentale mortaio per lanciare i razzi, bottiglie incendiarie inesplose, torce per accendere le molotov, 4 catenacci per bloccare i cancelli, 3 cesoie e una maschera antigas. Il sostituto procuratore Andrea Padalino ha aperto un fascicolo contro ignoti sull'assalto. Tra le ipotesi di reato danneggiamento e tentato omicidio.  Il blitz dei No Tav - Intorno alle 3.15 di martedì mattina, un gruppo di circa 30 persone, tutte a volto coperto e abbigliate con indumenti di colore scuro, provenienti dal bosco in Val Clarea, ha attaccato il perimetro del cantiere del cunicolo esplorativo di Chiomonte. Secondo la Questura di Torino sono state diverse azioni simultanee, a ridosso dei diversi cancelli del cantiere. Contestualmente all'irruzione, c'è stato un fitto lancio di bengala, razzi, bombe carta e bottiglie incendiarie. Almeno cinque persone sono riuscite ad introdursi sul camminamento sovrastante il cunicolo esplorativo, da dove hanno scagliato una decina di bottiglie incendiarie, una delle quali ha colpito un compressore, danneggiandolo. La polizia ha risposto con lacrimogeni e idrante, disperdendo il gruppo nel bosco circostante. Alfano e Lupi in Valdisusa - Torna dunque l'allarme sicurezza in un contesto, quello della Valdisusa, già delicatissimo. Il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha presieduto martedì pomeriggio a Torino, la riunione del Comitato Nazionale per l'Ordine e la Sicurezza pubblica, con il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi, il procuratore di Torino Caselli e il procuratore generale Marcello Maddalena, i vertici nazionali e territoriali delle forze di polizia, il sindaco di Torino Piero Fassino, il presidente della Regione Roberto Cota e i sindaci di Susa e di Chiomonte. "Lo Stato c'è e non si fa fermare da alcuni delinquenti che lunedì' notte potevano uccidere - ha spiegato al termine dell'incontro Alfano  -. In Italia comanda lo Stato italiano, che non si fa sopraffare dai delinquenti, anche se ben organizzati. Siamo venuti a dire che lo Stato c'è, ascolta e decide. E che il cantiere va avanti: utilizzeremo tutti i fondi europei e non consentiremo ritardi che mettano a repentaglio i finanziamenti che ci arrivano dall'Europa per agevolare paradossalmente il disegno di chi vuole rallentare il cantiere in modo che si perdano i soldi e che l'opera non abbia a realizzarsi perché non ci sono le risorse". La guardia, dunque, è altissima: "Il cantiere va avanti e perché questo accada va difeso e protetto. Noi difenderemo e proteggeremo il cantiere con maggior vigore ancora dopo i fatti di questa notte". "Questo è terrorismo, non lasciateci soli" - "I teppisti e i violenti vanno unanimemente condannati e isolati. Quanto è successo questa notte è inaccettabile e intollerabile", ha commentato il ministro Lupi, che si è rivolto poi ai "trenta delinquenti" che hanno assaltato il cantiere della Tav: "Devono sapere che la loro violenza non fermerà un'opera fondamentale e strategica per l'Italia e per l'Europa. Un'opera a favore della quale, da che è in progetto, si sono impegnati tutti i governi". "Sono veri e propri atti di guerra - ribadisce il governatore Cota -. Il governo deve farsi carico del problema e dimostrare di essere presente. Le nostre istituzioni non devono essere lasciate da sole". Il modo migliore per ridurre gli scontri, ha sottolineato Cota, "è quello di rispettare tutti i tempi". Alza il tiro il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta: "Sono sempre più convinto che si tratti di terrorismo, ho parlato con il procuratore Caselli e questa volta l'ho sentito davvero allarmato". Secondo   Saitta "l'Italia non può e non deve consentire che in Valdisusa si calpesti la democrazia e si arrivi ad azioni di lotta armata, azioni militari come quella che la scorsa notte si è dovuta subìre per mano di veri e propri terroristi"

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