Strage al porto di GenovaEcco come si schiantata la nave
Qualcosa non ha funzionato nel momento in cui la nave doveva mettere la marcia in avanti. "Una avaria" - sostengono ora il pilota e il comandante - e la Jolly Nero, portacontainer della compagnia Messina, si è schiantata contro la Torre provocando sette morti e due dispersi. Ma vediamo la dinamica dell'incidente secondo il racconto del pilota Antonio Anfossi, indagato insieme al comandante della nave Roberto Paoloni per omicidio colposo plurimo, ricostruita da Repubblica. Il mercantile (250 metri) è ormeggiato al molo Ronco. Deve percorrere in retromarcia (ovvero uscendo di poppa) il canale di Sampierdarena per poi fare manovra di "evoluzione" nell'avanporto ovvero mettersi con la prua nel senso di marcia per uscire così dal porto. Ed è proprio durante la manovra di evoluzione che succede l'irreparabile. La nave infatti è in retromarcia, in direzione della Torre dei piloti. Duecento metri li separano. A questo punto il mercantile deve ingranare la marcia avanti ma niente da fare. I motori sembrano non rispondere. La distanza dalla Torre si accorcia: 70 metri. Viene lanciato l'allarme. "Avaria". Inizia la corsa contro il tempo. Vengono gettate le ancore e il rimorchiatore Spagna che intanto ha agganciato la nave di poppa inizia a tirare più forte che può, il tirante si spezza, e per soli due metri la Jolly nero scivola verso la Torre e ci sbatte contro. La Torre crolla. Ora inizierà la battaglia legale sulle responsabilità del disastro. Si analizzeranno i filmati delle telecamere che hanno ripreso tutta la scena, la scatola nera che contiene i dialoghi di bordo e tutti i dati su posizione e velocità, le testimonianze. Il dubbio è che possa esserci stato un errore umano, proprio nel momento in cui si sarebbe dovuta invertire la marcia.