Operaio senza lavoro si impiccaI familiari: "Colpa dello Stato"
Sui manifesti per il lutto affissi in paese l'accusa dei parenti di Nicola Carrano, il 62enne che da oltre un anno cercava un nuovo impiego
Rimanere senza lavoro a 62 anni è un dramma. Un dramma per lui e per la sua famiglia. Per questo l'operaio Nicola Carranno dopo che la ditta di calcestruzzi per la quale aveva lavorato diversi hanni era entrata in crisi e poi era fallita, ha deciso di farla finita. Ha cercato un nuovo impiego per oltre un anno, poi alla fine si è arreso: ieri, giovedì 2 maggio, è andato in soffitta nella sua casa a Matinelle di Albanella, in provincia di Salerno, e si è impiccato. Non prima però di aver scritto una lettera nella quale spiegava ai familiari la sua estrema decisione. Una lettera che però non basta a placare il dolore di quanti gli volevano bene. I manifesti - E così oggi la cittadina salernitana dove si è consumata la tragedia si è svegliata tappezzata dai manifesti mortuari con una dura accusa nei confronti dello Stato che non tutela la dignità dei lavoratori. "Da parte della famiglia Carrano: tutto questo a causa dello Stato. Grazie", hanno scritto i parenti di Nicola. L'uomo, specializzato nella guida di betoniere, aveva cercato un nuovo lavoro, ma senza risultati. Da qualche tempo faceva piccoli lavori nel settore edile in vari cantieri, ma sempre in maniera saltuaria. Di recente era stato sottoposto a un intervento chirurgico e si era progressivamente chiuso in se stesso. Carrano era spostato e aveva tre figli.