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Preiti, i legali: "Voleva suicidarsi in albergo"

Nell'immagine, Preiti spara a bruciapelo al carabiniere

Andrea Tempestini
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Voleva suicidarsi in albergo Luigi Preiti, l'uomo che ha sparato davanti a Palazzo Chigi nel giorno dell'insediamento del governo Letta. Poi, però, ha desistito pensando che "sarebbe stato interpretato come uno dei tati suicidi legati alla crisi". Quelle che sarebbero state le intenzioni del folle - "celebrato" dagli autonomi al corteo di Torino - le spiegano i suoi legali al gip di Roma, Bernadette Nicotra. Gli avvocati Raimondo Paparatti e Mauro Dainelli si sono recati a Rebibbia per l'interrogatorio di garanzia di Preiti, accusato del tentato omicidio di tre carabinieri, di porto e detenzione illegale di arma clandestina e di ricettazione. Il fermo è stato convalidato dopo quasi quattro ore di interrogatorio. Crisi di pianto - Secondo quanto si è appreso, Preiti nel corso dell'interrogatorio avrebbe avuto diverse crisi di pianto. I legali hanno riferito che l'uomo è "molto scosso e preoccupato per le condizioni di Giuseppe Giangrande", il brigadiere rimasto gravemente ferito. "Chiedo scusa all'Arma dei Carabinieri", avrebbe ripetuto il folle davanti al gip. Come detto, i legali hanno riferito che Preiti aveva intenzione di suicidarsi, e che non credeva di poter rimanere in vita dopo aver aperto il fuoco. Ai carabinieri che lo immobilizzarono, infatti chiese: "Perché non mi avete sparato?". Gli avvocati ribadiscono che "si aspettava che la sua azione dimostrativa culminasse con la sua morte". Grave il carabiniere - Restano gravi le condizioni del brigadiere Giangrande (partecipa alla raccolta fondi di Libero per lui e per la sua famiglia). L'uomo resta in prognosi riservata. L'ultimo bollettino medico diffuso dal policlinico Umberto I parla di "parametri vitali stabili". Nella mattinata di martedì l'uomo ha subito una trachotomica percutanea, allo scopo di facilitare la ripresa della respirazione autonoma.

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