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Caso Claps, confermata in appello la condanna a trent'anni per Restivo

Elisa Claps

La madre della ragazza uccisa nel 1993 si rivolge all'accusato: "Ho solo pietà per lui, che si è fatto una vacanza a spese dei contribuenti"

Andrea Tempestini
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La Corte d'assise d'appello di Salerno ha confermato la sentenza di condanna a trent'anni di reclusione nei confronti di Danilo Restivo, unico imputato per l'omicidio di Elisa Claps. Alla lettura della sentenza Danilo Restivo non ha reagito. Sono scoppiati in lacrime i familiari di Elisa Claps che si sono abbracciati. "Buon rientro in Inghilterra" hanno detto ironicamente Gildo e Luciano Claps a Danilo Restivo che veniva trasferito dalla polizia penitenziaria. "Vergogna per aver difeso Restivo" è stato rivolto all'avvocato dell'imputato Marzia Scarpelli. La madre di Elisa Claps ha poi commentato "ho solo pietà per lui che si è fatto una vacanza a spese del contribuente". La vicenda -  Quel giorno Elisa Claps uscì di casa insieme ad un'amica, Eliana De Cillis. Lo stesso Restivo ha confermato di averla incontrata ma ha sempre dichiarato che rimasero dieci minuti a parlare  dietro l'altare della ragazza e che poi la ragazza andò via. Tornando  poi a casa, si ferì fortuitamente nel cantiere delle scale mobili procurandosi una ferita ad una mano che fu medicata al pronto soccorso. Nel 1995 i giudici del Tribunale di Potenza non gli credettero completamente: nella sua ricostruzione c'era un buco di un'ora e mezza nella ricostruzione e così lo condannarono a due anni e 8 mesi di reclusione. Restivo lasciò Potenza. Il suo nome è poi tornato alla ribalta perchè sospettato in Inghilterra dell'omicidio di Heather Barnett, una sarta inglese che abitava di fronte a casa sua a Bournemouth, nel Dorset, e che è stata uccisa il 12 novembre del  2002. Anche in questo caso si è sempre proclamato innocente.  La svolta - La svolta è arrivata proprio con il ritrovamento dei resti della   studentessa potentina nella chiesa della Trinità, in parte scheletrizzati ed in parte mummificati. Elisa è stata uccisa proprio nel sottotetto, ha stabilito l'autopsia. E' morta dissanguata per le ferite. Sulla chioma sono stati riscontrati dei tagli netti di ciocche di capelli. Particolare analogo era stato rilevato sul corpo di Barnett che teneva una ciocca di capelli non suoi nelle mani. Queste analogie hanno concentrato i sospetti su Restivo ancora di più e sono ripartite le inchieste, sia quella inglese che quella italiana Il processo inglese - Nel 2010 la polizia inglese ha deciso di arrestare Restivo che negli anni precedenti, 2004 e 2006, era già stato fermato ed interrogato ma sempre rilasciato senza alcuna incriminazione formale. Il processo inglese si è già concluso: Restivo è stato condannato ad una pena definitiva di 40 anni. Analoga evoluzione c'è stato sul fronte italiano con l'inchiesta della Procura di Salerno,  fino ad arrivare alla prova del dna. Un elemento che è andato ad aggiungersi ad una serie di elementi investigativi tra cui i fatti di quella mattina ed il dettaglio delle ciocche, ritenute la “firma” del'assassino. La sentenza di primo grado - A novembre del 2011 è stato condannato a 30 anni di reclusione per l'omicidio di Elisa Claps dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Salerno, l'ufficio giudiziario che nel tempo ha   acquisito la competenza sulle indagini per il coinvolgimento, poi archiviato, di un magistrato di Potenza. La famiglia Claps è sempre stata in prima linea, senza mai arrendersi, per ottenere giustizia per Elisa, una ragazza sempre sorridente come si vede nelle foto, impegnata negli studi a Potenza. Sin dall'inizio ha avuto dei sospetti su Restivo e nel corso del tempo ha puntato l'indice sulla conduzione delle indagini per non aver ottenuto risultati prima di tutto questo tempo. La mamma Filomena ha partecipato anche al processo inglese e non ha perso un'udienza di quello che si è tenuto a Salerno. Oggi la conferma della condanna a 30 anni

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