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Magre e ubriache: drunkoressia, la nuova follia made in Usa

Non mangiano ma si riempiono di alcolici. Ecco la patologia che ha già fatto 300mila "vittime"

Marta Macchi
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I disturbi alimentari rappresentano uno dei maggior mali della società moderna, soprattutto tra i giovani, e condizionano notevolmente la vita di chi ne soffre. Se fino ad oggi si conoscevano solo anoressia e bulimia oggi arriva, direttamente dall'America, una nuova allarmante patologia. Si tratta di "drunkoressia", dal verbo inglese drunk ovvero ubriaco, la nuova pericolosa tendenza che coinvolge soprattutto i più giovani. È un disturbo del comportamento alimentare che altera il normale rapporto tra cibo e corpo e che consiste nel digiunare per tutto il giorno per poi poter bere una grande quantità di bevande alcoliche nell'orario che va dall'happy hour alla serata consumata solitamente in discoteca. Il digiuno è forzato in modo da poter controllare il proprio peso, senza rinunciare però alle calorie - e allo sballo - dell'alcol. Le conseguenze di questa disumana pratica sono sostanzialmente quelle dell'anoressia accompagnate però da quelle derivanti dalla smisurata assunzione dell'alcol. Perdita eccessiva di peso, scomparsa  - nelle donne - del ciclo mestruale, osteporosi, aritmie cardiache, steatosi epatica (ovvero infarcimento di grassi nel fegato) e danni alle cellule nervose. Dati in aumento in Italia - A lanciare l'allarme anche in Italia è stata la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps) attraverso la voce di Giuseppe Di Mauro, presidente dell'organizzazione: "La drunkoressia o anoressia da happy hour consiste nell'abitudine di digiunare per poi consumare bevande a significativo tenore alcolico con una duplice finalità: ridurre l'apporto energetico in modo da compensare le calorie dell'alcol con il guadagno ottenuto dal digiuno, e potenziarne gli effetti inebrianti". Nel territorio italiano sono già stati stimati 300mila casi di ragazzi, tra i 14 e i 17 anni, drunkoressici e il dato, che coinvolge maggiormente le quote rosa (8 su 10 sono donne), è in forte aumento. 

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