Concordia, stangata risarcimenti: l'isola del Giglio chiede 80 milioni
Iniziata questa mattina la prima fase processuale per il naufragio dell'imbarcazione Costa. Schettino presente in aula: "E' molto concentrato"
È iniziata questa mattina, presso il teatro Moderno di Grosseto, l'udienza preliminare per il processo sul naufragio della Costa Concordia, che il 13 gennaio 2012 si è schiantata contro gli scogli dell'isola del Giglio portando alla morte 32 persone. Tra i 4200 individui a bordo dell'imbarcazione da crociera anche molti feriti. In questa prima fase il gup Molino ha previsto udienze fino al 24 aprile e nella giornata odierna sono in previsione l'appello, le richieste di costituzione delle parti civili e le proposte delle difese.I n questa sessione processuale infatti verranno prese in considerazione anche le richieste di rinvio a giudizio per il capitano Francesco Schettino e per gli altri cinque indagati: gli ufficiali di plancia Ciro Ambrosio e Silvia Coronica, il timoniere indonesiano Jacob Rusli Bin, l'hotel director della nave Manrico Giampedroni e il coordinatore di crisi della flotta Costa, Roberto Ferrarini. Tra le accuse loro rivolte pesano quelle di omicidio plurimo colposo e lesioni plurime colpose. Schettino, su cui grava anche l'imputazione di abbandono di imbarcazione e persone, è stato accompagnato in aula dai suoi avvocati che hanno rilasciato solo poche dichiarazioni: "È molto concentrato come sempre", ha detto uno dei suoi legali, Francesco Pepe, che ha poi illuistrato ai giornalisti come quella di oggi sia un'udienza "Molto tecnica". Isola del Giglio: 80 milioni - - Tra le parti civili presenti in aula anche Salvatore Ursino, ufficiale della Concordia, che il giorno della tragedia aveva il ruolo di affiancamento: "Non ha ancora percepito i soldi che gli spettavano da contratto e, essendo tra i più giovani ufficiali della Compagnia, ha visto la sua carriera distrutta. Adesso infatti non è imbarcato ma lavora in ufficio" ha dichiarato il suo avvocato. A costituirsi parti danneggiateanche il Ministero dell'Ambiente, la Regione Toscana e soprattutto il Comune dell'isola del Giglio che ha chiesto un risarcimento danni di "Almeno 80 milioni di euro per gli evidenti irreparabili danni alla propria identità alla sua naturale vocazione turistica e alla sua immagine destinata ormai ad essere associata a tale tragico evento". "Costa Concordia la più danneggiata" - Secondo il legale della compagnia marittima genovese, Marco De Luca, invece "A parte le vittime, Costa è quella che ha subito i danni maggiori". L'avvocato ha inoltre dichiarato che la la Costa si costituirà anch'essa parte civile: "Abbiamo perso una nave da 500 milioni. Chi commette un reato li deve risarcire" e riguardo alle domande dei cronisti che gli domandavano cosa ne pensasse del fatto che qualche passeggero ha presentato una richiesta di rimborso pari al milione di euro ha commentato polemicamente: "Anche 10mln, allora sarebbe una corsa a salire sulle navi sperando che affondino, per risolvere i propri problemi economici". In disaccordo con la Costa però i parenti delle sette vittime bolognesi che tramite l'avvocato Michelina Suriano hanno commentato: "Faremo una ferma opposizione alla costituzione di Costa parte civile. A me sarebbe piaciuto vedere Costa tra gli imputati e non solo sanzionata amministrativamente". Dello stesso avviso anche Francesco Pepe, uno dei legali del comandante Schettino, che ha commentato: "La costituzione di parte civile di Costa è completamente assurda. E' ridicolo che l'azienda proprietaria della nave si costituisca parte civile contro un suo dipendente". "Determinante il ruolo di Rusli Bin" - Il Codacons e l'Associazione utenti del trasporto del trasporto aereo marittimo e ferroviario hanno chiesto quest'oggi di unirsi alla parte civile: "La costituzione delle due associazioni è finalizzata al risarcimento di tutti i danni che i due enti hanno direttamente subito a causa delle condotte tenute sia dagli imputati sia dalla Costa Crociere e dal Gruppo Carnival". Secondo i consulenti del Codacons, infatti, senza l'errore del timoniere indonesiano Jacob Rusli Bin la Costa Concordia non avrebbe impattato contro la scogliera: "L'errore del timoniere indonesiano è probabilmente, addirittura, determinante, ferme restando le responsabilità di Schettino e di Costa a terra. Fu il comandante ad accorgersi dell'urto che stava per avvenire: per questo diede l'ordine in modo così concitato, e poi frainteso dal timoniere".