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Caffè, rincaro di 5 centesimi:è rivolta al Comune di Milano

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La bevanda passa da 0,25 a 0,30 centesimi di euro: assemblee spontanee e volantini alle stampe. "Assurdo ritoccare i prezzi in un momento di crisi e di blocco degli stipendi"

Andrea Tempestini
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E' rivolta dei dipendenti comunali dell'ufficio del Personale del Comune di Milano. Il motivo? Cinque centesimi di euro, l'aumento del caffè alla macchinetta. Quando gli impiegati lo hanno scoperto, proprio attorno alla macchinetta, hanno inscenato un'assemblea. Sono state organizzate anche "colazioni di protesta", e sono stati dati alle stampe dei volantini in cui denunciano come sia "profondamente ingiusto in un periodo di crisi, di blocco degli stipendi e aumento del costo della vita" che il Comune abbia "aumentato i prezzi di bevande e snack dei distributori dal 20 al 40 percento". Già, perché il caffè, per i dipendenti di Palazzo Marino non costerà più 0,25 centesimi, ma 0,30 centesimi di euro. Cambio di gestione - Il ritocco all'insù dei prezzi è dovuto al passaggio della gestione delle macchinette automatiche da un'azienda a un'altra, che le gestirà per i prossimi due anni: è una conseguenza del bando con il quale il Comune guidato da Giuliano Pisapia ha affidato la gestione dei distributori automatici dal 2013 al 2015. Uno "schiaffo" indigeribile. Anche perché i "terribili" rincari non hanno riguardato soltanto la caffeina, ma anche le merendine, dove il salasso è stato di 40 centesimi: il prezzo è passato da 30 a 70 centesimi.

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