Assenteismo, arrestati dipendenti comunali: timbravano per i colleghi
La Guardia di Finanza nel corso dell'operazione "Torno subito" ha scoperto una fitta rete organizzativa per truffare l'ente comunale: 95 le persone coinvolte
di Marta Macchi Assenteismo, piaga del secolo nuovo. A Reggio Calabria una truffa ai danni degli uffici comunali ha portato ad una maxi inchiesta, denominata beffardamente "Torno subito", che ha coinvolto oltre 95 persone. I finanzieri hanno infatti eseguito un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del tribunale reggino, per 17 impiegati che attraverso un collaudato metodo basato sullo "reciprocità di favori" e continui scambi di badge personali si assentavano a proprio piacimento dalla sede lavorativa. Niente di più semplice: si timbravano a vicenda il cartellino e in questo modo eludevano il controllo elettronico del lettore installato nell'atrio di Palazzo San Giorgio, sede dell'ente comunale. Tutto avveniva secondo un preciso metodo: il tesserino veniva lasciato in un cassetto vicino alla macchinetta delle presenze, in questo modo il dipendente poteva timbrare uno o più badge alla volta. Assenteismo, arestati 17 dipendenti comunali Guarda il video su LiberoTv Così, durante la giornata lavorativa, a turno, potevano compiere anche tutta una serie di attività extra lavorative: la spesa, un po' di shopping e magari anche qualche ora in palestra. Qualcuno inoltre non si prendeva neanche il disturbo di recarsi a lavoro, perché risultava comunque presente. Un circolo vizioso che permetteva ai più ritardatari, che giungevano in ufficio anche con 2- 3 ore di ritardo, di entrare senza timbrare perché qualche collega - a cui avrebbero restituito il favore al turno seguente - lo aveva già fatto per loro. Gli inquirenti hanno stabilito che, su un orario giornaliero previsto di sei ore, ciascun dipendente riusciva a lavorarne effettivamente (o almeno ad essere presente all'interno dell'ufficio) circa la metà. Peccato però che da oltre un mese i sospetti assenteisti fossero sotto lo stretto controllo delle forze dell'ordine che, grazie ad una serie di appostamenti e ad un sistema di telecamere fisse, sono riuscite ad individuare tutti i colpevoli di negligenza. L'accusa che adesso pende sulle loro teste è quella di assenteismo e dovranno quindi rispondere alle accuse di truffa ai danni del Comune di Reggio Calabria. Tutti i diciassette "lavoratori" si trovano adesso agli arresti domiciliari e altri 78 dipendenti sono stati denunciati. Di questi, 42 saranno interrogati dal gip per l'eventuale applicazione della misura cautelare personale interdittiva della sospensione dai pubblici uffici.